Da commerciante instancabile e col fiuto degli affari a donna capace di accogliere e soccorrere tutti. Questa è stata la vita di Santa Giovanna della Croce.
Metterà tutte le sue qualità nell'”affare” più conveniente di tutti: servire Dio attraverso i suoi figli prediletti: gli ultimi, i dimenticati da tutti.
Giovanna (Jeanne in francese) Delanoue nasce a Saumur, sulle rive della Loira, il 18 giugno 1666. È l’ultimogenita di una famiglia di dodici figli. I suoi genitori sono gestori un modesto negozio di merceria nei pressi del santuario di Notre-Dame-des-Ardilliers. L’infanzia di Giovanna è funestata da un grande dolore. Ha soltanto sei anni infatti quando perde il padre. Malgrado la giovanissima età, la futura santa aiuta la mamma nella gestione del negozio per poter mantenere tutta la famiglia.
Fin da piccola manifesta notevoli qualità mostrandosi attiva, abile e instancabile nel lavoro. Al punto che è in grado di tenere praticamente sempre aperto il piccolo negozio di famiglia. Proprio nel campo degli affari sembrava essere l’avvenire di Giovanna, proiettata verso un futuro di sempre maggiori profitti. Ma come sempre è Dio che scrive le storie al di là delle prospettive umane, spesso e volentieri stravolte dai suoi progetti. Nel caso di Giovanna tutto cambia quando riceve un inaspettato invito a dedicarsi ai poveri da Francesca Souchet, vecchia e fedele pellegrino di Notre-Dame-des-Ardilliers.
Dalla cura degli affari a quella dei poveri
Giovanna comincia a prendere sul serio questa chiamata, trasformandosi poco alla volta da commerciante prudente e interessata, qual era conosciuta in paese, in una donna «molto prodiga in carità». Lo Spirito Santo spegne così «il fuoco della sua avarizia» facendole capire che una fede ardente richiede «il fuoco della carità».
Malgrado le sue responsabilità fossero cresciute con la morte della madre, Giovanna comincia a prendersi cura dei poveri per rispondere a un appello che sente provenire da Dio. Inizia a curarsi di loro tutti i giorni più di quanto si prenda cura dei suoi clienti. Fino al punto in cui non si dedicherà ai poveri a tempo pieno, cominciando ad accoglierli anche in casa propria.
Bambini, malati, poveri: Giovanna accoglie tutti e successivamente attrezza tre case che aveva ricevute in prestito chiamandole “Provvidenza”. Qui l’abile commerciante di un tempo, diventata Giovanna della Croce, riceve piccoli orfani, giovani ragazze abbandonate a se stesse, donne cadute in disgrazia, vecchi, poveri, affamati e infreddoliti senza distinguere tra poveri meritevoli e non. Tutti li soccorre, ma vuole anche insegnare un mestiere a bimbi e ragazze.
Una povertà vissuta in prima persona
Non è tutto: Giovanna Delanoue condivide personalmente l’esperienza della povertà e delle sue umiliazioni. Talvolta si mette a mendicare come i poveri, spesso riducendosi a mangiare anche peggio di loro, per non parlare dei suoi continui digiuni. La forza attrattiva della sua testimonianza è tale che dopo un po’ sono i poveri ad accorrere da lei, prima ancora che sia lei a muoversi verso di loro.
Nel 1704 si fanno poi avanti alcune giovani donne, manifestando la loro disponibilità ad aiutare Giovanna e anche a indossare l’abito religioso. È così che nasce la Congregazione di Sant’Anna della Provvidenza, le cui Costituzioni ricevono l’approvazione nel 1709.
Per le sue sorelle Giovanna vuole che indossino un umile abito grigio, che condividano la stessa abitazione dei poveri, mangiando come loro, venendo trattate come loro in caso di malattia. La fondatrice dispone anche che i poveri siano sempre circondati di tenerezza, a volte celebrati con pranzi di festa. Dalle suore esige che siano salutati con rispetto e serviti per primi.
I poveri: i fratelli più cari della Santa
Non le mancano le critiche, in particolari dai borghesi locali e perfino dai sacerdoti che non vedono di buon occhio quelle che considerano le austerità «eccessive» e le «disordinate» opere di carità di Giovanna. Lei però va avanti decisa e inarrestabile. Non la ferma neanche il crollo della prima casa di accoglienza: «Voglio vivere e morire con i miei cari fratelli: i Poveri», affermando senza mezzi termini il suo programma di vita.
La sua tenacia, accompagnata da altrettanta devozione, verrà premiata con la fondazione del primo ospizio a Saumur nel 1715. Ben presto la sua carità finisce per oltrepassare i confini cittadini e anche quelli diocesani. Alla sua morte, avvenuta il 17 agosto 1736, risuonerà l’annuncio che «la Santa è morta». Giovanna, proclamata Santa il 31 ottobre 1982 da papa Giovanni Paolo II, lasciava un’opera che già poteva contare una decina di comunità, ospizi e anche piccole scuole.