Oggi 18 dicembre, festa di San Malachia: le sue profezie sono impressionanti

È l’ultimo dei Profeti minori dell’Antico Testamento e autore dell’omonimo libro. Le sue profezie sono celebri e sconvolgenti. 

San Malachia profeta
San Malachia profeta – lalucedimaria.it

Per la tradizione ebraica san Malachia è definito il “sigillo dei profeti“. Anche la tradizione cristiana lo colloca come l’ultimo dei Profeti minori dell’Antico Testamento.

Non si sa molto di lui e della sua vita, a partire dal suo nome. Malachia vuol dire “il mio messaggero“. È considerato dunque un messaggero di Dio per ristabilire il giusto rapporto tra il Signore e il suo popolo. Si pensa che sia nato in Palestina, a Sofa. Molto probabilmente apparteneva alla tribù di Zabulon.

Dai pochissimi tratti biografici che si hanno di lui si colloca la sua vitatra il 520 e il 425 a. C. Dopo. quindi, la ricostruzione del Tempio di Gerusalemme, in un periodo successivo al 538, quello del ritorno dall’esilio babilonese.

Santo di oggi 18 dicembre: San Malachia profeta

Il Martirologio Romano ricorda infatti la “Commemorazione di san Malachia, profeta, che, dopo il ritorno da Babilonia, preannunciò il grande giorno del Signore e la sua venuta nel tempio e che sempre e dovunque si deve offrire al suo nome un’oblazione pura“.

Quando Malachia iniziò a profetare erano già morti i profeti Aggeo e Zaccaria. Malachia si scagliava con rigore contro la dissolutezza e la vita lontana da Dio. Denunciò che i riti del tempio si erano svuotati del pieno significato religioso. Esorta a ritrovare un’autenticità di vita e a staccarsi dalla vuota esteriorità. Il suo interesse era rivolto soprattutto ad invitare i fedeli a saper attendere l’incontro con il Signore.

Il libro di Malachia, pieno delle sue profezie, si compone di 6 brani dello stesso tipo. Tratta dei problemi morali relativi alla comunità ebraica, reduce dalla prigionia babilonese. Ad essa rimproverava i lamenti contro la Provvidenza di Dio, ed era costante l’esortazione al pentimento.

La visione di Malachia

Per Malachia l’elezione d’Israele non era un privilegio, ma un dono che comportava pertanto importanti obblighi morali.
Nel libro del profeta vi è una visione escatologica di quello che seguirà alla fine della vita terrena con la venuta di un mondo nuovo.

Questa visione escatologica conclude il testo e annuncia la venuta di un messaggero del Signore che discernerà gli empi dai fedeli. In questa si è vista una profezia della venuta di Giovanni Battista.

Ma i I Padri della Chiesa sono concordi nel considerare nelle profezie di Malachia l’annuncio profetico del sacrificio della Messa. In esse Gerusalemme perde il titolo di “luogo dove bisogna adorare”, e Gesù istituisce il rito eucaristico per tutta l’umanità.

Verso i sacerdoti ebbe parole dure e rigorose. Li rimproverava di trascurare il culto e li invitava ad un maggior zelo. Era forte la sua condanna nei confronti dei matrimoni misti, verso cui si dimostrò intransigente e fermo, e si scagliò in difesa dell’indissolubilità del matrimonio, come cosa buona per il bene di tutti.

Simbolo della sua vasta sapienza era il rotolo della conoscenza, con cui l’iconografia per molto tempo lo ha rappresentato. Questo è diventato il suo emblema. Nella Cappella degi Scrovegni a Padova san Malachia è rappresentato in un affresco tondo realizzato dal grande Giotto nella volta della stessa.

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