San Malachia è il “sigillo dei profeti” della Bibbia. Combatte con rigore il malcostume e profetizza la venuta di un messaggero di Dio.
Sono molto poche le informazioni relative alla vita di San Malachia. Il suo stesso nome non è proprio, ma un nome comune che significa “il mio messaggero”.
Alcuni studiosi mettono in dubbio la sua esistenza e sono controverse alcune profezie che gli vengono attribuite. Si ritiene che San Malachia nacque a Sofa in Palestina e che fosse della tribù di Zabulon.
Avrebbe vissuto dopo la ricostruzione del tempio di Gerusalemme avvenuta nel 520 a.C. Quindi in seguito al ritorno dall’esilio babilonese del 538 a.C. dopo che erano scomparsi ida poco tempo i profeti Aggeo e Zaccaria.
Il Martirologio Romano infatti fa riferimento a questa collocazione temporale e scrive di lui che “dopo il ritorno da Babilonia preannunciò il grande giorno del Signore e la sua venuta nel tempio e che sempre e dovunque si deve offrire al suo nome una oblazione pura“.
I libri e le profezie di San Malachia
San Malachia sarebbe quindi vissuto tra il 520 e il 425 a. C. periodo in cui si ipotizza la sua morte. Il libro del profeta Malachia chiude, nell’Antico Testamento, la serie dei profeti minori e per questo è stato definito il “sigillo dei profeti”.
Composto da sei brani che trattano problemi di carattere morale che interessano la comunità ebraica, il libro di Malachia si riferisce al periodo in seguito alla deportazione a Babilonia che avvenne ai tempi di Nabucodonosor II.
Gli ebrei iniziarono a dubitare di essere il popolo eletto, a non credere più nella Provvidenza di Dio e la loro fede vacillò. Il profeta li invita al pentimento con una serie di minacce ma anche di promesse di salvezza.
Duro e rigoroso soprattutto nei confronti dei sacerdoti, che accusa di trascurare e di offendere il culto dovuto a Iahweh. Inoltre cerca fortemente di contrastare il malcostume dilagante, si sofferma a condannare i matrimoni misti e difende in modo veemente l’indissolubilità del matrimonio.
La sua profezia più importante è quella conclusiva che termina con una visione escatologica e annuncia la venuta di un messaggero di Dio che dividerà gli uomini buoni dai cattivi. È interpretata come una prefigurazione della venuta di Giovanni Battista.
Tutta la sua opera è improntata sull’immutabile giustizia del Signore e dell’universalità della vera religione. Il santo profeta prospetta come soluzione una buona preparazione all’incontro con Dio. Rientra pienamente indicata in questo periodo di Avvento.
L’iconografia tradizionalmente nel corso dei secoli ha raffigurato San Malachia con il rotolo della conoscenza come emblema.