Santa Geltrude Comensoli sarà un’apostola instancabile e un’adoratrice infuocata di Gesù Sacramentato.
Il suo desiderio di riceverLo sarà tanto forte che fin dalla più tenera età sarà impaziente di accostarsi alla Santa Eucarestia. Un desiderio così ardente da portarla a giurare amore eterno a Gesù durante una Comunione “segreta”.
Geltrude Comensoli nasce il 18 gennaio 1847 a Bienno in Val Camonica, in provincia di Brescia. Quinta di dieci figli, i genitori la battezzano col nome di Caterina.
Fin da bambina Caterina manifesta un travolgente amore per l’Eucarestia. Al punto che a sei anni una mattina entra nella vicina chiesa di Santa Maria e avvolta dallo scialle nero della mamma si accomoda alla balaustra tra la gente e riceve furtivamente la sua Comunione “segreta”.
Nel 1866 fa il suo ingresso nella Compagnia di Sant’Angela Merici ma in cuor suo pensa a un istituto di adoratrici attenti alle esigenze educative della propria epoca. E così qualche anno dopo, il 15 dicembre 1882, fonda a Bergamo insieme al sacerdote don Francesco Spinelli l’istituto delle Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento – unico sul suolo bergamasco a consacrarsi primariamente all’adorazione perpetua – e assume il nome di Gertrude.
Un rovescio finanziario separa però le strade dei due fondatori e alla fondazione di due istituti: le Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento e le Suore Sacramentine di Bergamo. Questo evento colpisce molto suor Geltrude che il 19 gennaio 1889 scrive: “Il giorno è questo della terribile catastrofe… Mio Gesù di qui a qualche minuto saranno [qui], vengono a metterci tutto sotto sigillo… Sostenetemi nella dura prova, aiutatemi… Gli uomini sigillano le nostre cose. Voi sigillate il mio cuore, nel dolcissimo ed amabile vostro Cuore, non mi togliete più… tenetemi sempre Voi, mio diletto Gesù, Fiat voluntas tua. Amen”. “…il mio povero Istituto se a Voi piace lo sosterrete”. “Voi solo potete sollevarmi, Voi solo aiutarmi. Io sol confido in Voi. Dio solo!”.
Lo smarrimento però passa in fretta e la religiosa reagisce con fede, tenacia e abbandono fiducioso nella Provvidenza di Dio, disponendosi con speranza e pazienza a ricostruire l’istituto anche se costretta a rifugiarsi a Lodi.
Un lavoro che dà i suoi frutti nel 1891, quando l’istituto delle Suore Sacramentine di Bergamo rinasce più forte di prima con un duplice scopo: “Adorare Gesù in Sacramento e Attendere ad opere di carità verso il prossimo a seconda delle disposizioni della Divina Provvidenza, avendo di mira specialmente l’educar la gioventù”.
Un anno dopo, nel 1892, riconquista – anche se in affitto – la prima casa a Bergamo e dopo due anni fa ritorno assieme alle suore nella Casa Madre, amata culla della Congregazione alla quale suor Geltrude darà un impulso fondamentale.
Alla sua morte, che sopraggiunge a soli 56 anni, questa apostola dell’Eucarestia che da giovinetta voleva portare Gesù Sacramentato sulla cima di un’alta montagna così che tutto potessero vederLo e adorarLo, lascia aperte 16 case con 179 suore. Un autentico esercito della carità che assiste le orfane, i malati, le operaie, le studentesse, i vecchi ricoverati, insegna ricamare. Le suore di suor Geltrude sono attive anche nelle parrocchie e negli oratori, aprono scuole, doposcuola e insegnano nelle scuole comunali. Benedetto XVI ne riconoscerà la santità il 26 aprile 2009.
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