Santo monaco eremita, venerato anche come taumaturgo e il suo culto è particolarmente diffuso in Sicilia. Con il nome che questo Santo porta, vengono di solito indicati coloro che vivono una vita in solitaria.
La testimonianza più antica della sua esistenza e del suo ministero, la si ha da alcuni scritti del IX secolo.
In questo diciottesimo giorno del mese di giugno, la chiesa venera San Calogero. Il suo nome deriva dal greco kalógēros, termine composto da “buono” e da “vecchiaia”.
Calogero nasce da genitori cristiani e sin da piccolo abbraccia gli insegnamenti del Cristianesimo.
La tradizione che lo vuole vissuto nel I secolo e fa riferimento a un breviario siculo-gallicano, in uso nella regione tra il XI secolo e il XVI secolo. Tale fonte lo fa nativo di Costantinopoli. Il fatto che egli si senta spinto a convertire gli abitanti della Sicilia, meglio si concilia con questo periodo, rispetto ad altre agiografie che lo vogliono vissuto nel V secolo.
Infatti è più ragionevole pensare che gli abitanti della Sicilia necessitino di conversione al nuovo credo più nel I secolo che non nel V, quando la popolazione di quelle regioni è già in buona parte cristiana.
Questo breviario lo vuole pellegrino a Roma dove incontra San Pietro apostolo da cui ottiene il permesso di vivere da eremita in un luogo imprecisato. Qui ha l’ispirazione di evangelizzare la Sicilia.
Tornato dal Primo Papa, ottiene il permesso di recarsi nell’isola assieme ai compagni, Filippo, Onofrio (distinto dall’omonimo eremita) e Archileone.
Altre leggende, invece, spostano la sua esistenza tra V e VI secolo. A vent’anni, fugge dalla Tracia a causa delle persecuzioni scatenate dai monofisisti contro i fedeli al dogma proclamato nel 451 nel concilio di Calcedonia.
Si reca in Sicilia, dove si trattiene per qualche tempo predicando e prestando cure agli ammalati con le acque sulfuree dell’isola, convertendo molti abitanti e proseguendo nella sua vita di eremita e taumaturgo.
Secondo la leggenda riportata nei Dialoghi di Papa Gregorio I, a Lipari avrebbe avuto la visione dell’anima del re Teoderico gettata nel cratere dell’isola di Vulcano il giorno stesso della morte di quest’ultimo (30 agosto 526). Da qui, dopo diversi anni, si sposta nei pressi di Sciacca dove vive per trentacinque anni.
Con la Beata Vergine Maria del Soccorso, San Calogero è compatrono di questa terra dove è vissuto per 35 anni fino alla sua morte.
Glorioso San Calogero,
volgi lo sguardo a noi e
ascolta la nostra preghiera.
Tu sei stato mandato da Dio
a irradiare nella Sicilia
la luce del Vangelo.
ai cercato il Signore
nella solitudine;
l’hai servito con la penitenza;
hai insegnato la via
della salvezza e della virtù.
Tutti t’invocano taumaturgo,
perché con la tua intercessione
Dio ha dato la parola ai muti,
la salute ai malati, l’udito ai sordi
e la vista ai ciechi.
Hai preservato più volte
le terre, a te devote, dal colera,
dal terremoto e da altre disgrazie.
Salvaci dai pericoli e concedici
le grazie che ti chiediamo.
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