É l’abate del rinnovamento della vita monastica, seguendo attentamente la regola di San Benedetto, riportando la serietà nei conventi e portando anche, la rinuncia ai beni materiali.
Secondo Abate a capo dell’Abbazia di Cluny e tra gli artefici della riforma cluniacense. Visita anche molti conventi ed abbazie in Italia.
18 novembre: Oddone, l’abate rinnovatore
In questo diciottesimo giorno del mese di novembre, la chiesa venera Sant’Oddone di Cluny. Riceve la sua prima educazione alla corte di Guglielmo I di Aquitania, studiando a Parigi con Remigio di Auxerre.
La sua riforma
Intorno al 909 diviene monaco, sacerdote e superiore nella scuola dell’abbazia di Baume. Autorizzato da papa Giovanni XI nel 931, Oddone riforma i monasteri in Aquitania, nel nord della Francia ed in Italia. Il privilegio papale gli da il potere di unire molte abbazie sotto la sua supervisione e di ricevere a Cluny monaci di altre abbazie benedettine non ancora riformate.
La maggior parte dei monasteri rimane indipendente e diversi diventano centri di riforma. Oddone è il più grande riformatore di Cluny, che diviene il modello di monachesimo per i successivi secoli avvenire, trasformando il ruolo della pietà religiosa in diuturno stile di vita.
Il suo arrivo in Italia
Fra il 936 ed il 942 visita l’Italia diverse volte fondando il monastero di Nostra Signora sull’Aventino a Roma e riformando diversi monasteri come Subiaco e Montecassino.
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La preghiera a Sant’Oddone di Cluny da recitare oggi
O voi tutti che regnate con Dio nel cielo, dai seggi gloriosi della vostra beatitudine,
volgete uno sguardo pietoso sopra di noi, esuli dalla celeste patria.
Voi raccoglieste l’ampia messe delle buone opere,
che andaste seminando con lagrime in questa terra di esilio.
Dio è adesso il premio delle vostre fatiche e l’oggetto dei vostri gaudii.
O beati del cielo, ottenete a noi di camminare dietro i vostri esempi
e di ricopiare in noi stessi le vostre virtù, affinchè, imitando voi in terra,
diventiamo con voi partecipi della gloria in cielo. Così sia.
Pater, Ave, Gloria
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