Oggi 18 ottobre San Luca “Evangelista”

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San Paolo, nei saluti finali della Lettera ai Colossesi, parla di «Luca, il caro medico» mentre nella Lettera a Filemone lo cita come uno dei «collaboratori», e nella Seconda lettera a Timoteo confessa di averlo accanto a sé come fedele amico. Ma Luca è soprattutto “evangelista”, avendo composto il più lungo dei quattro Vangeli. La leggenda l’ha voluto anche pittore, soprattutto di icone mariane, le più note delle quali si conservano in Santa Maria Maggiore a Roma (la Madonna Salus populi Romani) e presso la Madonna della Guardia a Bologna. In realtà, i più bei dipinti Luca ce li ha lasciati nel suo Vangelo e nella sua seconda opera, gli Atti degli Apostoli, un vivo e intenso ritratto della Chiesa delle origini. Luca era un pagano, nato ad Antiochia. Secondo il Canone Muratoriano, conservato presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano, non conobbe Gesù sulla terra, non fu quindi uno dei settantadue discepoli; lo troviamo accanto a Paolo la prima volta nel secondo viaggio missionario (verso il 50) da Troade a Filippi e poi nel viaggio di ritorno di Paolo a Gerusalemme: qui probabilmente ebbe occasione di incontrare qualcuna di quelle donne che egli solo menziona nel suo Vangelo e quei «ministri della parola» che furono una delle fonti del suo scritto. Accompagna Paolo nel suo fortunoso viaggio verso Roma ed è con lui nella prima e nella seconda prigionia romana. Nulla di certo sappiamo di lui dopo la morte di Paolo. Chi lo descrive come evangelizzatore in Dalmazia, Gallia, Italia e Macedonia, chi in Egitto e nella Tebaide. L’agiografia orientale gli attribuisce una morte naturale a 84 anni. Luca fu preso a patrono di molte accademie, società e corporazioni di artisti. Fra queste ricordiamo l’Accademia di San Luca in Roma, che accoglie pittori, scultori e architetti. Patronato ben giustificato perché, anche se non impresse nella tela le fattezze del volto di Maria, ne ha dipinto finemente nel Vangelo la fisionomia spirituale.

I medici-chirurghi sono cristianamente sotto la protezione dei Santi Cosma e Damiano, i martiri guaritori anargiri vissuti nel III secolo e attivi gratuitamente in Siria. Anche altri santi “minori “ sono invocati, specialmente per alcune branche specialistiche come l’oculistica e l’odontoiatria. Ma il principe patrono della categoria è, senza ombra di dubbio, San Luca evangelista, che una lunga tradizione vuole originario di Antiochia, tanto da essere denominato “il medico antiocheno”.
Come è noto, tale importante città, che corrisponde all’attuale Antakia nella Turchia sudorientale, fu fondata quale capitale del regno di Siria nel 301 a.C.; vi fiorì una numerosa colonia giudaica e fu poi sede di una delle più antiche comunità cristiane. Luca, il cui nome è probabilmente abbreviazione di Lucano, vi nacque come pagano, ma diventò proselita o quanto meno simpatizzante della religione ebraica.
Egli non era discepolo di Gesù di Nazaret; si convertì dopo, pur non figurando nemmeno come uno dei primitivi settantadue discepoli. Diventò membro della comunità cristiana antiochena, probabilmente verso l’anno 40. Fu poi compagno di San Paolo (Tarso, inizio I° secolo/ forse 8 d.C.-Roma, 67 ca.) in alcuni suoi viaggi. Lo si trova con l’apostolo delle genti a Filippi, Gerusalemme e Roma. Sostanzialmente suo discepolo, condivise la visione universale paolina della nuova religione e, allorché decise di scrivere le proprie opere, lo fece soprattutto per le comunità evangelizzate da Paolo, ossia in genere per convertiti dal paganesimo. Si incontrò tuttavia anche con San Giacomo il Minore, capo della Chiesa di Gerusalemme, con San Pietro, più a lungo con San Barnaba e forse con San Marco.
La qualifica di medico attribuita a Luca viene confermata, secondo gli studiosi, dall’esame interno delle sue opere. La sua cultura e la preparazione specifica erano sicuramente note tra le comunità di cui faceva parte; potrebbe addirittura avere curato la Madre del Signore. Certamente la sua cultura generale e la sua esperienza degli uomini erano piuttosto notevoli. Prove ne siano lo stile e l’uso della lingua greca nonché la struttura stessa dei suoi scritti: il terzo Vangelo e gli Atti degli Apostoli. La data di composizione degli Atti viene fatta risalire agli anni 63-64, quella del Vangelo ad un anno o due prima. Luca coltivava anche l’arte e la letteratura. Un’antica tradizione lo vuole addirittura autore di alcune “Madonne” che si venerano ancora ai nostri giorni, come in Santa Maria Maggiore a Roma.
Egli è il solo evangelista a dilungarsi sull’infanzia di Gesù ed a narrare episodi della vita della Madonna che gli altri tre non hanno riferito. Le fonti della sua narrazione furono i racconti dei discepoli e delle donne che vissero al seguito di Gesù; quasi sicuramente i Vangeli di Matteo e di Marco, che lui conosceva. Con la precisione cronologica e spesso geografica con la quale riferì delle vicende del Vangelo, così egli, insieme a tanta passione, raccontò negli Atti i primi passi della comunità cristiana dopo la Pentecoste.
Per alcuni studiosi Luca avrebbe scritto parecchio nella regione della Beozia, regione dell’antica Grecia confinante a sud con il golfo di Corinto e l’Attica. Tale regione fu sede di regni importanti come quello di Tebe. Per i Greci addirittura l’evangelista sarebbe morto in quei luoghi all’età di ottantaquattro anni, senza essersi mai sposato e senza avere avuto figli. Per altri invece egli sarebbe morto in Bitinia, regione nord-occidentale dell’odierna Turchia.
Per la verità nulla di certo si sa della vita di Luca dopo la morte di San Paolo. Addirittura non si conosce sicuramente se egli abbia terminato la propria esistenza terrena con una morte naturale oppure come martire appeso ad un olivo. Ovviamente ignoto è il luogo della prima sepoltura. Vi sono tre città soprattutto che si appellano ad una tradizione di traslazione del corpo dell’evangelista: Costantinopoli, Padova e Venezia. Sono città quindi intorno alle quali e dalle quali si diffuse il suo culto. Recentissimi studi avrebbero dimostrato che sue sono le spoglie mortali, eccezione fatta per il capo, conservate a Padova nella basilica benedettina di Santa Giustina. In tale città veneta sarebbero giunte per sottrarle alla distruzione degli iconoclasti e là già nel XIV secolo fu per loro costruita una cappella ed un’Arca, detta appunto di San Luca.
II simbolo di San Luca evangelista è il vitello, animale sacrificale. II 18 ottobre viene celebrata nella Chiesa universale la sua solennità, la solennità di Colui che Dante ha definito lo “scriba della mansuetudine di Cristo” per il predominio, nel suo Vangelo, di immagini di mitezza, di gioia e di amore.

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