Semplicità e misticismo sono le note caratterizzanti San Giuseppe da Copertino: i doni del cielo vissuti nell’umiltà di povero frate.
È patrono degli aviatori, degli astronauti e degli studenti, a motivo di alcune peculiarità che hanno segnato la sua figura e la sua storia.
Il nome di colui che è conosciuto come San Giuseppe da Copertino era Giuseppe Maria Desa e nacque il 17 giugno 1603 a Copertino in provincia di Lecce.
Il padre era un fabbricatore di carri. Visse in una famiglia molto semplice e povera che lo educò alla fede cattolica. Abitò in una stalla e nella sua infanzia pur avendo iniziato ad andare a scuola fu costretto a lasciarla prestissimo per la sua salute cagionevole.
Durante una lunga malattia da cui guarì a 15 anni per grazia ricevuta dalla Madonna delle grazie di Galatone, decise di intraprendere la vita religiosa.
Voleva entrare nei francescani e diventare sacerdote, ma non aveva l’istruzione adeguata e fu rifiutato.
Fu oblato presso il convento dei cappuccini per tre anni, con il nome di Stefano. Si occupava della cura del refettorio, ma non sapeva né leggere né scrivere e non poteva accedere all’ordinazione sacerdotale.
Il “fratel Asino” che levitava
Fu umiliato per le sue origini semplici e per la sua ignoranza. Era ritenuto incapace di apprendere, poco intelligente e lui stesso si definiva “fratel Asino” per indicare quanto fosse grande la sua povertà di conoscenza.
Nonostante la grande amarezza che gli portava essere rifiutato e preso in giro non si scoraggiò e dopo aver pregato molto la Madonna si impegnò a studiare e affrontò gli esami che non si pensava potesse superare.
Per tutta la sua vita fu accompagnato da doni mistici e ben presto iniziò a circolare anche la sua fama di santità.
Superati prodigiosamente gli esami, Giuseppe da Copertino riuscì a diventare sacerdote superando tutti gli ostacoli che gli furono posti negli studi. Per questo è diventato patrono degli studenti.
Viene mandato dapprima al convento della Grottella. In seguito venne trasferito in più di un convento a causa dei carismi mistici che riceveva e che suscitavano l’attenzione di tutti.
Aveva il dono della scienza infusa, veniva consultato anche da eminenti teologi per consultazioni e chiarimenti. Tra gli eventi prodigiosi che viveva c’era anche la levitazione nei momenti di estasi.
Questo comportava un grande interesse verso la sua figura e si ritrovò presto a dover fuggire la gente che lo accerchiava in cerca di miracoli.
Obbedisce sempre ai suoi superiori che lo trasferivano di convento in convento e l’ultimo luogo in cui viene mandato è ad Osimo nelle Marche dove morirà il 18 settembre 1663 all’età di 60 anni.
L’umiltà e la semplicità del cuore
San Giuseppe da Copertino, che fu poi beatificato nel 1753 e successivamente canonizzato nel 1767, viveva il suo stato mistico con immensa umiltà.
La semplicità che caratterizzava tutta la sua persona non era solo esteriore e non si esprimeva solo nella mancanza di sapere, ma in un cuore puro e pieno di amore per il Signore.
Tra le levitazioni avvenute anche davanti agli occhi del Pontefice dell’epoca, le profezie che rivelò e tutti gli episodi prodigiosi che si verificavano a lui e tramite lui ebbe una vita certamente fuori dal comune e costellata anche da molte sofferenze.
Il Martirologio Romano sottolinea infatti questi elementi enunciando che “nonostante le difficoltà affrontate durante la sua vita, rifulse per povertà, umiltà e carità verso i bisognosi e Dio“.