La Chiesa oggi commemora il Santo giusto per non farci perdere tempo dietro a vizi come oziosità e pigrizia.
Sant’Espedito è il Santo sollecito e che sollecita. Per velocizzare il nostro desiderio di impegnarci per la causa del bene.
In latino expeditus significa «spedito », ovvero «libero», «pronto» e, dunque, «rapido». Il Santo festeggiato oggi si presenta dunque, già dal nome, coi caratteri della rapidità.
In più Sant’Espedito sarebbe stato a capo della Legione romana chiamata, a causa della sua irruenza, «la Fulminante». Al tempo della persecuzione di Diocleziano, durante la quale Espedito sarà martirizzato, la legione Fulminante era di stanza in Armenia, a Melitene.
Un Santo invocato per velocizzare le cose
La rapidità caratterizzerà anche la morte di Espedito, avvenuta a colpi di spada. Accanto a Espedito trovarono la morte anche altri suoi compagni legionari di nome Ermogene, Caio, Aristonico, Rufo e Galata.
Non si sa molto altro di Espedito, se non che per la sua velocità viene invocato per velocizzare le cause legali, non essendo come noto la giustizia umana particolarmente fulminea. Anche gli scolari lo pregano per velocizzare i compiti. Ultimamente, ai tempi in cui si naviga rapidamente sul web, è stato invocato come patrono di internet.
A Le Mans, la chiesa della Visitazione è piena degli ex-voto degli studenti, con scritte come queste: «Sant’Espedito, ottenetemi la grazia di una pronta promozione». Ma c’è chi osa anche di più: «Fatemi avere il mio diploma».
Essendo in fondo anche la morte qualcosa di simile a un esame inappellabile, anche in questo caso si invoca Sant’Espedito. In modo che il giudizio dell’esame più importante in assoluto sia rapido e soprattutto favorevole, intercedendo in tal senso presso il Sommo Giudice. Anche per velocizzare la lunga attesa delle anime purganti del Purgatorio Sant’Espedito viene considerato un prezioso intercessore.
Sant’Espedito, il dettaglio è curioso
Il particolare più curioso sorto però intorno alla singolare figura di Sant’Espedito è relativo però alla sua iconografia. Il Santo infatti viene rappresentato vestito da soldato che impugna la palma del martirio. Nulla di strano in questo, essendo lui stato soldato e martire.
Il dettaglio curioso sta nella presenza di un corvo nero che il Santo tiene schiacciato sotto il piede. Come interpretare la presenza del corvo? Come ci ricorda il grande biografo dei santi Pietro Bargellini, la risposta va ricercata in due scritte. La prima sta presso il santo e dice «Hodie», ovvero «oggi». Subito, in altre parole. Si tratta, evidentemente, del motto di Sant’Espedito, il Santo sollecito e che sollecita.
Il corvo nero: cosa simboleggia
La seconda risposta sta nel verso gracchiante del nero corvo, che dice «Cras» che, sempre nella lingua di Cicerone, vuol dire «domani». Una risposta che rappresenta l’esatto opposto della sollecitudine di Espedito e che rimanda invece a vizi come pigrizia, negligenza. Il tipico motto di chi rimanda sempre a un indefinito domani ogni azione, soprattutto quella orientata al bene.
Così il legionario Espedito, calpestando simbolicamente il corvo, schiaccia con la virtù della fortezza l’ozio padre dei vizi, insieme alle sue “figlie” di nome lentezza, indolenza e pavidità.