Pontefice per pochi anni, San Anastasio è ricordato per il suo breve ma intenso pontificato oltre che per le sue doti di grande difensore della fede.
Come riporta il Liber Pontificalis, Sant’Anastasio era di origine romana. Le notizie su di lui sono poche ma si sa che il pontificato di questo papa durò dal 399 al 401.
Fu quindi un periodo molto breve che però bastò per farlo ricordare a futura memoria. Sant’Anastasio fece edificare la Basilica Crescenziana a Roma e dopo solo tre anni in cui fu pontefice della Chiesa, morì il 19 dicembre 401. La data è riportata sempre nel Liber Pontificalis e si sa che fu sepolto sulla via Portuense in un monumento sepolcrale, la catacomba di Ponziano, che si trova tra le basiliche di S. Candida e dei SS. Abdon e Sennen.
San Girolamo ebbe parole di grande elogio per questo papa e dopo la sua morte affermò che “Se egli morì così presto, fu per un riguardo della Provvidenza, la quale non volle che un simile vescovo fosse testimone della caduta di Roma“.
Il Martirologio Romano lo ricorda come “uomo ricco di povertà e di apostolica sollecitudine, che si oppose fermamente alle dottrine ereticali“.
La lotta alle eresie e la difesa della vera fede
Nei tre anni del suo pontificato infatti Sant’Anastasio si trovò a fronteggiare delle dottrine ereticali e con il suo ruolo di pontefice affermò la vera fede.
Affrontò con severità al controversia origenista e si dimostrò molto rigoroso nei confronti di Rufino. I compagni di San Girolamo ottennero da lui una condanna formale dell’origenismo.
Su sollecitazioni degli ambasciatori del vescovo di Alessandria Teofilo condannò una serie di affermazioni balsfeme e fu molto amico di San Paolino, vescovo di Nola.
Lo aiutò più volte e il Santo di Nola parlava di lui come di uomo di grande santità, ricco di doti interiori che viveva in semplicità e povertà. Si narra che Sant’Anastasio fu amico anche di San’Agostino.
Sempre seocndo a quanto riferisce il Liber Pontificalis, emise un decreto con cui disponeva che i sacerdoti dovessero ascoltare in piedi il Vangelo quando veniva pronunciato dai diaconi. Questa misura era certamente presa per manifestare un segno di rispetto e anche per un altro motivo di ordine pratico.
Dal momento che la fede in quel periodo era offuscata dall’arianesimo e dalle religioni dualiste come il manicheismo era un modo per testimoniare pubblicamente l’ortodossia.
Secoli dopo la sua morte, nell’846, le sue reliquie insieme a quelle di papa Innocenzo I furono traslate per oridne di Liudolfo di Sassonia nella nascente abbazia di Gandersheim.