Oggi 19 gennaio, San Catello: accusato per aver protetto i profughi

E’ uno dei Santi più venerati della Campania, nonché patrono della città di Castellammare di Stabia. Ma l’aver guidato la Diocesi di Stabia durante l’invasione dei Longobardi, gli è valsa una grave accusa.

Il primo a divulgare un volume, dove si parla anche della vita di San Catello, è stato il padre Teatino Antonio Caracciolo nel 1626.

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19 gennaio: Catello, il Vescovo del Sud Italia

In questo diciannovesimo giorno del mese di gennaio, la chiesa venera San Catello. Si è molto discusso su quale sia il periodo storico nel quale il Santo è vissuto. Pur mancando documenti ufficiali dell’epoca che attestino circa la sua vita, la maggior parte del suo operato è stato tramandato dalla tradizione popolare.

Nel XVII secolo sono state avanzate delle ipotesi che Catello sia vissuto nel IX secolo. Ma la prima opera in cui Catello viene menzionato è il “Vita Sancti Antonini Abatis Surrentini“, opera scritta dal cosiddetto Anonimo Sorrentino, un monaco benedettino di Sorrento.

Secondo la tradizione Catello, diventato sacerdote, dedica il proprio servizio agli abitanti stabiesi. Eletto vescovo della diocesi di Stabia, si trova ad affrontare oltre alle problematiche religiose, in particolar modo eliminare le ultime sacche di paganesimo, anche quelle politiche e amministrative della città.

Protegge i profughi dall’invasore straniero

Nel 578 cominciano le invasioni dei Longobardi nell’Italia meridionale. In quel tempo Stabia è sotto i Bizantini di Napoli i quali la proteggono dalle continue incursioni longobarde: è probabile che gli abitanti di Stabia, la quale non è solidamente protetta da mura come Napoli, insieme al vescovo, abbiano cercato rifugio sul monte Faito.

Tanti sono i profughi che scappano dall’invasore. Il vescovo Catello li accoglie prima in città, poi li nasconde in montagna, provvedendo al loro approvvigionamento quotidiano. Si prodiga inoltre inviando ai capi longobardi monete, oro, oggetti preziosi e arredi per liberare i prigionieri caduti nelle mani nemiche.

L’amicizia con un monaco e l’apparizione di San Michele

Quando Catello ritorna a Stabia, stringe amicizia con Antonino, un monaco benedettino. Insieme a lui, sovente torna sul monte Faito, per pregare e meditare. Secondo la tradizione, una notte, l’arcangelo Michele appare loro in sogno, chiedendo di costruire un tempio in suo onore.

Era infatti abitudine dei benedettini costruire i loro monasteri laddove prima si innalzavano templi pagani. Catello viene accusato di stregoneria, sortilegio ed eresia, viene allontanato da Stabia e condotto a Roma per essere interrogato e imprigionato.

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Preghiera a San Catello

Gloriosissimo San Catello,

voi da lunghi secoli siete il padre di questo popolo.

Se il flagello si accosta alle nostre case,

fermatelo ed alzate le mani per scongiurarlo.

Amen

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