I Santi Mario, Marta, Abaco e Audifce sono esempio di famiglia cristiana e che ha posto la fede al centro e che non ha esitato a testimoniare Cristo fino al martirio.
Oggi, 19 gennaio si commemorano i Santi Mario, Marta, Abaco e Audiface. Componenti di una famiglia, tutti hanno affrontato e subito il martirio per testimoniare la fede in Cristo.
Era il tempo della persecuzione dell’imperatore Diocleziano, una delle più terribili, tra il finire del III secolo e gli inizi del IV. Di origine persiana, Mario insieme alla moglie Marta si erano trasferiti a Roma intorno al 270. Erano nobili e ricchi e avevano due figli: Abaco e Audiface.
Non si sa se si erano convertiti e quando, ma di certo è che era una famiglia autenticamente cristiana. Le informazioni su di loro arrivano da una Passio risalente al VI secolo di un autore sconosciuto.
I Santi Mario, Marta, Abaco e Audiface vivevano cristianamente e prestavano il caritatevole servizio di dare degna sepoltura ai cristiani che venivano uccisi nel corso della persecuzione. Svolgevano questo compito in clandestinità, rischiando la vita.
Raccoglievano i corpi dei cristiani martirizzati e li portavano lungo la via Salaria per seppellirli. Secondo la Passio ne avevano seppelliti oltre 250.
Anche questo però era vietato dai decreti dell’imperatore. I cristiani, infatti, venivano torturati, massacrati e poi i loro corpi non erano ritenuti degni di ricevere la sepoltura, quando non venivano dati ad bestias, ovvero in pasto alle belve feroci che ne facevano scempio.
Per questo loro servizio di carità i membri di questa famiglia furono scoperti e denunciati alle autorità. Al cospetto del governatore Marciano e del prefetto Flaviano e si trovarono ad essere interrogati.
Come era consuetidine fu loro proposta l’abiura. I cristiani, infatti, venivano indotti a rinnegare la loro fede e per farlo solitamente dovevano offrire sacrifici agli idoli pagani. In tal caso avrebbero avuto la liberta e la loro vita sarebbe stata risparmiata.
Tutti i componenti di questa famiglia, quindi i genitori Mario e Marta, e i figli, Abaco e Audiface, si rifiutarono di abiurare. Di conseguenza furono condannati a morte. I primi a morire furono il padre e i figli, condotti lungo la via Cornelia e lì brutalmente martirizzati.
Successivamente la stessa sorte toccò alla mamma, che du affogata in uno stagno che si trovava nei pressi di quel luogo. Non si saprebbe niente, forse, di loro, se una pia donna di nome Felicita non avesse rischiato a sua volta la sua vita per dar loro la giusta sepoltura.
Aveva dei terreni non lontano dal luogo del martirio, posti al tredicesimo miglio, e lì fece deporre i loro corpi. Nel corso del tempo si sviluppò il culto attorno alle figure di questa famiglia di martiri e secoli dopo sulle loro tombe fu costruita una chiesa.
Questa chiesa però in seguito fu distrutta e attualmente non ne rimane che qualche rudere. Il culto ai santi Mario, Marta, Abaco e Audiface fu forte soprattutto nel Medioevo e la chiesa a loro dedicata era diventata meta di pellegrinaggio.
Fu costruita un’altra chiesa nel 1789 ad opera di papa Pio VI e alcune delle loro reliquie furono trasportate nella chiesa di sant’ Adriano e nella chiesa di santa Prassede. Oggi i resti dei coniugi si trovano sotto l’altare maggiore della chiesa di San Giovanni Calibita.
San Giovanni Bosco era devoto a questi santi e ne fece menzione, soprattutto della figura di Abaco, in un racconto scritto insieme al conte Carlo Cays ed edito nel 1861.
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