Santo molto popolare, San Gennaro è da sempre molto venerato. Il prodigio della liquefazione del suo sangue sorprende e interroga.
È il patrono di Napoli, che lo ama in modo particolare con una profonda venerazione che oltrepassa i secoli. La devozione ruota attorno al miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro che avviene tre volte all’anno.
Le notizie giunte per tradizione attestano la sua nascita nella seconda metà del III secolo a Napoli o forse a Benevento.
Di questa città diventa vescovo e si ricorda per le numerose opere di carità che compie nei confronti di poveri e bisognosi.
L’epoca è quella della persecuzione dei cristiani da parte dell’imperatore Diocleziano e anche San Gennaro subisce il martirio per la fede.
Avvenuto all’incirca all’inizio del IV secolo si racconta che in una visione Gennaro vide cosa lo avrebbe atteso. Sono diverse le versioni arrivate riguardo l’effettivo svolgersi del martirio che subì.
Secondo una fonte mentre si stava recando a Nola fu improgionato per aver fatto proselitismo religioso violando così gli editti imperiali. Fu torturato ma la sua fede ne uscì intatta senza nessun ripiegamento.
Viene ucciso per decapitazione presso la Solfatara di Pozzuoli. La sua fama di santità era tale che subito dopo la sua morte si pensò di recuperare le reliquie del suo corpo.
Il sangue di san Gennaro: il prodigio che si ripete
Fu una donna di nome Eusebia, secondo la tradizione, che recuperò il suo sangue e lo depositò dentro delle ampolle per conservarlo.
Lo diede al vescovo di Napoli che fece erigere due cappelle, quella di San Gennariello al Vomero e quella di San Gennaro ad Antignano.
Il suo corpo invece fu seppellito all’Agro Marciano e fu traslato una prima volta nel V secolo. Il culto a San Gennaro si diffuse subito e venne canonizzato nel 1586 da Papa Sisto V.
La prima esposizione della reliquia del sangue avvenne nel 1305 ma fu nel 1389 che ci fu per la prima volta il prodigio della liquefazione.
Era il 17 agosto di quell’anno e c’era stata una grave carestia: il sangue si sciolse e tornò alla stato liquido rimanendo così per 8 giorni.
Il miracolo continuò a verificarsi e succede tuttora tre volte l’anno: nel giorno della memoria della prima traslazione, il primo sabato di maggio.
Poi il 19 settembre, memoria liturgica del Santo nonché anniversario del suo martirio e il 16 dicembre. In questa data nel 1631 c’era stata una devastante eruzione del Vesuvio e la città fu salvata dalla preghiera a San Gennaro.
Roberto d’Angiò, sovrano del Regno di Napoli fece custodire le ampolle in una teca d’argento dove sono conservate ancora oggi, all’interno della Cappella del Tesoro di San Gennaro nel Duomo di Napoli, dove si trova anche il cranio del Santo.
Le liquefazioni avvengono sempre nel corso di solenni cerimonie alla presenza di una folla numerosa di fedeli e pellegrini e la scienza non trova una spiegazione al prodigio del sangue che è riconosciuto come umano.
Il sangue dei martiri è considerato germoglio di fede e il ripetersi del miracolo della liquefazione vuole essere un messaggio di conversione in memoria del suo martirio per la fede in Cristo.
Patrono di Napoli e di Benevento, San Gennaro è il protettore dei donatori di sangue e viene invocato per i pericoli delle eruzioni vulcaniche.