Conosciuta anche col nome popolare di Candelora, la festa di oggi celebra Cristo come luce venuta nel mondo a illuminare ogni uomo.
Così infatti lo chiamerà il vecchio profeta Simeone che, prendendolo tra le braccia, riconoscerà Gesù come il Messia tanto atteso.
Dopodiché innalzerà il suo meraviglioso canto: “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da Te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”.
Il rito della purificazione legale della madre e della consacrazione del primogenito
Con questa festa, che prima della riforma liturgica del Concilio Vaticano II celebrava la purificazione della Vergine Maria (secondo la legge che ordinava a ogni donna ebrea di presentarsi al tempio per purificarsi quaranta giorno dopo la nascita del figlio), la Chiesa vuole attirare la nostra attenzione sulla presentazione di Gesù Bambino al tempio.
L’importanza di questo gesto non si capisce senza avere presente il posto centrale del tempio per l’antico Israele, luogo dell’incontro tra Dio e l’uomo. Con Gesù è la gloria di Dio che si ripresenta nel tempio. Nell’Antico Testamento Dio aveva prescritto che ogni primogenito gli fosse consacrato in memoria del beneficio fatto al suo popolo quando i primogeniti degli Egiziani morirono sotto la spada dell’Angelo sterminatore, risparmiando invece gli Ebrei.
Il Vangelo di Luca racconta che Maria e Giuseppe offrirono in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, sempre come prescritto dalla legge del Signore.
Ecco perché è detta anche festa della Candelora
La festa della presentazione di Gesù al tempio è tradizionalmente chiamata anche la “festa della Candelora”. In questo giorno infatti si benedicono anche le candele, che simboleggiano Cristo “luce per illuminare le genti” (Lc 2,32), come lo chiamerà il vecchio Simeone, al quale lo Spirito Santo aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte prima di aver visto il Messia del Signore.
Simone poi si rivolgerà a Maria per profetizzarle: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima“. La profezia di Simeone associa dunque Maria al sacrificio del Figlio Gesù e alle sue sofferenze.
Una festa nata in Oriente
La festa di oggi nacque in Oriente col nome greco di Hypapante. Questo nome vuole dire “Incontro”, in riferimento a quello tra Simeone e Gesù. Successivamente la festa si diffonderà in Occidente dove, sotto papa Sergio I (687-701) verrà istituita la più antica processione penitenziale di Roma, quella che partiva dalla chiesa di Sant’Adriano al Foro fino a Santa Maria Maggiore. La prima traccia del rito della benedizione delle candele (da cui il nome popolare di Candelora) risale invece al X secolo.
Il 2 gennaio si celebra anche la Giornata della vita consacrata, riflesso della luce di Cristo. La festa della presentazione del Signore prelude anche all’offerta di Cristo al Padre sulla croce. Come a ricordare che la vita consacrata è intimamente legata alla partecipazione del sacrificio sulla croce.
Preghiera
Dio onnipotente ed eterno, supplichiamo umilmente la tua maestà, che come l’Unigenito Figlio tuo quest’oggi fu presentato al Tempio nella sostanza di nostra carne, così tu faccia che noi siamo presentati a te con animo purificato.