Grandi sapienti e vescovi della Cappadocia, i Santi Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno erano grandi amici e vengono ricordati insieme.
Due figure accomunate dall’amicizia e da molti elementi che li rendono simili: i Santi Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno furono entrambi vescovi e appassionati nello studio e nell’approfondimento teologico.
Basilio Magno nacque a Cesarea di Cappadocia intorno al 330. Più o meno negli stessi anni nasceva anche Gregorio presso Nazianzo nella stessa regione. Il primo aveva una famiglia tutta composta da santi, i genitori e i numerosi fratelli e sorelle, tre dei nove furono canonizzati. Il secondo aveva una madre cristiana, chiamata Nonna, che aveva convertito il marito e mostrato la via della santità anche ai figli che infatti divennero santi. Anche i fratelli di Gregorio furono infatti canonizzati: S. Cesario e santa Gorgonia.
Entrambi provenienti da una spiritualità cristiana vissuta fin dentro la famiglia, condividevano la formazione culturale e il fervore mistico. Basilio visse in Egitto e in Palestina prima di essere nominato vescovo della sua città natale. Gregorio invece ricorpì la carica di patriarca di Costantinopoli dal 381.
L’amicizia di due santi teologi
Fin dal tempo degli studi a Cesarea, Basilio e Gregorio condivisero l’amicizia e la passione per la ricerca e lo studio teologico. Intorno a loro si formò un circolo di amici animati dagli stessi interessi. Basilio, dopo numerosi viaggi intraprese un periodo di vita monastica in cui si dedicava alla preghiera, al lavoro manuale allo studio della Scrittura e delle opere di Origene.
Tutto questo in un forte spirito di austerità, che lo constraddistingueva. Si adoperò per la Divina Liturgia, un’opera che ebbe molta presa presso le chiese bizantine e scrisse l’Asceticon, considerato un caposaldo per la vita monastica cenobitica in oriente. Fu preso a modello da San Benedetto nella sua Regola.
Anche Gregorio avava intrapreso la vita monastica insieme a Basilio sulle sponde dell’Iris e in seguito nel monastero che questi aveva fondato a Neocesarea. Accettò il consiglio di Basilio di prendere la via del sacerdozio e poi fu consacrato vescovo. Rivestì questo ruolo prima a Sasima, poi a Costantinopoli e poi a Nazianzo. Il suo impegno episcopale fu diretto a ad affrontare le controversie teologiche e le divisioni che pervadevano la Chiesa in quell’epoca, inun tempo molto difficile.
L’eredità spirituale di due grandi maestri
Gregorio trascorse gli ultimi anni della sua vita in solitudine e morì nella sua patria intorno al 389-390 lasciando un’enome ricchezza di scritti e diventando così un indiscusso maestro sia in Oriente che in Occidente. Basilio invece morì il 1° gennaio 379 e da subito ricevette il titolo di Magno, per le opere che aveva lasciato.
Si tratta di scritti teologici di grande sapienza. Al Concilio di Costantinopoli la sua riflessione teologica sulla Trinità e sullo Spirito Santo era alla base del simbolo di fede comune a tutte le chiese cristiane, costituendo perciò un elemento di forte unità.
Basilio compose anche un Trattato ai giovani in cui avanzava l’esigenza di una buona formazione classica come presupposto dello studio della Bibbia e della teologia. Denunciò gli abusi che avvenivano all’interno della Chiesa e si adoperò per far eleggere vescovi degni del proprio ruolo. Era un uomo di grande cultura, ma anche un acceso difensore dei poveri.
Di Gregorio restano 45 discorsi, 244 lettere e molte poesie che scrisse in modo armonioso ed elevato. Acceso predicatore, accorevano in folla per ascoltare le sue parole: dalla vita monastica infatti passò all’apostolato della predicazione con grandi risultati perchè riusciva a portare gli uomini a Dio.