Vescovo e dottore della Chiesa. Uomo di insigne dottrina e santità, combatte con ardore per il mantenimento della retta fede, anche di coloro che sono sotto la sua guida. Subisce molte congiure da parte degli ariani ed è anche stato mandato in esilio.
Ha molto lottato e anche sofferto, sopportando tutto sempre con eroica pazienza. La chiesa l’ha dichiarato, per questo motivo, Santo.
In questo secondo giorno del mese di maggio, la chiesa venera Sant’Atanasio. E’ per tutta la vita testimone e strenuo difensore dei principi contenuti nel Credo Niceno, e per questa sua fermezza deve subire cinque condanne all’esilio negli anni che vanno dalla sua nomina a vescovo, alla sua morte.
Profondo conoscitore della natura umana, può però sempre contare sull’affetto e la fedeltà del suo clero e del suo popolo, che non avrebbe esitato a prendere anche le armi in sua difesa. La sua vita è legata al grande sforzo che la Chiesa deve sostenere per dirimere l’accesa controversia sulla Trinità, alla cui difesa Atanasio si dedica con tutte le sue energie.
Nasce ad Alessandria d’Egitto tra il 293 e il 295, pochi anni prima dell’ultima grande persecuzione contro i cristiani scatenata dall’imperatore Diocleziano. Figlio di genitori cristiani.
Dopo l’ottima formazione teologica Atanasio decide di abbracciare la vita monastica. Si trasferisce nel deserto, dove ha modo di conoscere Antonio Abate, che gli è maestro di vita. Atanasio scrive anni dopo una sua biografia, che è ancora oggi fondamentale per gli studi sul grande monaco.
Tornato ad Alessandria, riveste da subito ruoli di responsabilità nella Chiesa locale. Nel 318 è già segretario del Patriarca Alessandro. Probabilmente collabora alla redazione del decreto del 321 in cui Alessandro condanna l’arianesimo.
Il 26 febbraio 328 muore Alessandro. La scelta del nuovo Patriarca cade su Atanasio, che viene ordinato vescovo l’8 luglio. Ha poco più di trent’anni. I fedeli apprezzano in lui “un uomo probo e virtuoso, un asceta, un vero vescovo“. Dopo la sua elezione, inizia un’importante opera pastorale, studiando le esigenze di monaci, clero e laici per la migliore convivenza e armonizzazione dei loro ruoli nel contesto ecclesiastico.
Con l’avvento al potere dell’imperatore Giuliano inizia la fase finale della contesa sull’arianesimo. Tutti i vescovi di fede non ariana possono rientrare dall’esilio. Atanasio giunge ad Alessandria il 21 febbraio 362, e può subito rioccupare la carica episcopale, che è vacante da dicembre.
L’ultima volta che Atanasio viene allontanato dalla sua carica avviene per opera del successore di Gioviano, l’Augusto d’Oriente Valente.
Muore nella sua città il 2 maggio del 373.
Inizialmente sepolto ad Alessandria d’Egitto, la sua salma compare nel Medioevo a Venezia. Solo nel maggio del 1973 il Patriarca copto di Alessandria, Shenouda III, ottiene da Papa Paolo VI la traslazione della salma presso la cattedrale copta di San Marco, ad Alessandria, dove riposa tuttora.
Deh! Signore,
esaudisci le nostre preghiere che ti indirizziamo nella solennità
del tuo beato confessore e vescovo Atanasio;
e per intercessione dei meriti di lui che seppe degnamente servirti,
assolvici da tutti i peccati.
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