Oggi la Chiesa commemora Sant’Atanasio, vescovo e Dottore della Chiesa, intrepido difensore della fede, grande cavaliere dell’ortodossia nel IV secolo.
Con la sua parola e i suoi scritti infiammati non si piegherà mai al dilagare dell’eresia ariana.
Atanasio nasce nel 295 ad Alessandria d’Egitto. Viene al mondo in una delle tre maggiori città dell’Antichità, senz’altro la più turbolenta e movimentata. Come sarà movimentata la sua vita.
Alessandria d’Egitto, terminate le persecuzioni anticristiane dell’impero, brulicava allora di pagani e di adoratori di Serapide. Numerosi anche gli eretici (gnostici e manichei). Diversi credenti, durante l’ultima persecuzione da parte di Diocleziano, avevano abiurato per timore del martirio. Saranno chiamati lapsi (ovvero caduti). Passate le persecuzioni, chiederanno di essere riaccolti nella Chiesa. Se alcuni vescovi, tra i quali quello di Alessandria, si dimostrarono indulgenti con loro, di tutt’altro parere saranno altri pastori (come quello di Licopoli).
Di conseguenza un lungo scisma lacerò la chiesa egiziana dove Atanasio trascorrerà la propria gioventù. Eruditissimo, in particolare nelle Scritture, Atanasio ha solo 33 anni quando, nel 328, diventa vescovo di Alessandria.
Intanto è sorta un’altra pericolosa eresia, quella predicata da Ario, sacerdote alessandrino che sostiene una tesi eterodossa secondo la quale il Verbo di Dio non sarebbe eterno, bensì creato nel tempo e dunque non lo si può dire Figlio di Dio.
Il Concilio di Nicea – al quale anche Atanasio aveva preso parte prima di diventare vescovo – aveva condannato l’arianesimo. Ma l’eresia, lungi dall’essere debellata, dopo Nicea si era diffusa come non mai arrivando a conquistare la Chiesa d’Oriente e a intossicare anche la Chiesa d’Occidente. Furono molti i vescovi a passare dalla parte di Ario. Ma non Atanasio, che rimase solo e indomito a difendere l’ortodossia cattolica dalle insidie dell’eresia ariana.
Per la sua strenua difesa della vera fede Atanasio si attirò così l’odio degli ariani, che cercarono di liberarsi di lui in ogni modo con false accuse. Atanasio fu accusato di aver sedotto una donna e perfino di aver assassinato il vescovo Arsenio di Ipsala, che fu ritrovato vivo e vegeto a Tiro quando le cose stavano per prendere una brutta piega.
Gli ariani seppero coinvolgere gli Imperatori romani nella disputa religiosa, trasformandola quasi in un problema di natura politica. Atanasio pagherà così la sua fedeltà con l’esilio, costretto per ben quattro volte a rocambolesche fughe.
Nel corso delle sue numerose peregrinazioni Atanasio finirà per dimorare anche in Occidente, a Roma e a Treviri, dove farà conoscere il monachesimo egiziano attraverso
soprattutto la figura di un celebre anacoreta, Sant’Antonio Abate, del quale scriverà e divulgherà una famosa Vita.
Ammiratore e amico dei monaci, Atanasio si rifugiò anche nel deserto d’Egitto per meditare e comporre le sue opere. Sfugge in più occasioni alla cattura degli emissari imperiali, talvolta in maniera romanzesca.
Soltanto sotto Valente potrà rimettere piede ad Alessandria, dove resterà fino alla morte, avvenuta nel 373. Durante i suoi 46 anni da vescovo di Alessandria non conobbe riposo né mai si piegò alle false dottrine. Continuò sempre la sua opera di instancabile campione dell’ortodossia cattolica predicando con la parola e soprattutto coi suoi infuocati scritti.
Signore, esaudisci le nostre preghiere che ti indirizziamo nella solennità del tuo beato confessore e vescovo Atanasio; e, per intercessione dei meriti di lui che seppe degnamente servirti, assolvici da tutti i peccati. Amen.
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