Abate e dottore della Chiesa, ha fondato il monastero di Chiaravalle, indirizzando i suoi monaci sulla via dei precetti di Dio.
Percorse e camminò per l’Europa pur di ristabilire la pace e l’unità. Con i suoi scritti ed esortazioni, illuminò la Chiesa. Anche Dante Alighieri lo cita e chiede il suo aiuto, nella Divina Commedia nella cantica del Paradiso, pregandolo di mostrargli, se possibile, Dio.
In questo ventesimo giorno del mese di agosto, la chiesa venera San Bernardo, padre dell’Ordine Cistercense. Fondatore della celebre abbazia di Clairvaux, di cui fu abate, e di altri monasteri.
Il Papa e la Chiesa sono le sue stelle, ma furono in molti a non accettare il suo stile di vita ed il suo interesse per il bene della Chiesa. La sua severità con i monaci di Cluny, lo portò a far osservare loro come si fossero troppo adagiati, “mentre il povero ha fame”. Ai suoi cistercensi chiede meno funzioni, meno letture e tanto lavoro.
Dove arrivava Bernardo la gente accorreva da lui. Tanti gli scritti che abbiamo di lui, ma sono particolari quelli sulla Vergine Maria madre di Gesù, che egli chiama mediatrice di grazie.
Nella Divina Commedia Dante trova San Bernardo in Paradiso, di fronte alla candida rosa dei beati, come guida per l’ultima parte del suo viaggio, in virtù del suo spirito contemplativo e della sua devozione mariana.
Il Canto XXXIII del Paradiso si apre con la preghiera che il santo rivolge alla Vergine Maria perché Dante possa vedere Dio:
“Vergine Madre, figlia del tuo Figlio, umile ed alta più che creatura, termine fisso d’etterno consiglio, tu se’ colei che l’umana natura nobilitasti sì, che ‘l suo Fattore non disdegnò di farsi sua fattura”.
Chiunque tu sia,
che nel flusso di questo tempo ti accorgi che,
più che camminare sulla terra,
stai come ondeggiando tra burrasche e tempeste,
non distogliere gli occhi dallo splendore di questa stella,
se non vuoi essere sopraffatto dalla burrasca!
Se sei sbattuto dalle onde della superbia,
dell’ambizione, della calunnia, della gelosia,
guarda la stella, invoca Maria.
Se l’ira o l’avarizia, o le lusinghe della carne
hanno scosso la navicella del tuo animo, guarda Maria.
Se turbato dalla enormità dei peccati,
se confuso per l’indegnità della coscienza,
cominci ad essere inghiottito dal baratro della tristezza
e dall’abisso della disperazione, pensa a Maria.
Non si allontani dalla tua bocca e dal tuo cuore,
e per ottenere l’aiuto della sua preghiera,
non dimenticare l’esempio della sua vita.
Seguendo lei non puoi smarrirti,
pregando lei non puoi disperare.
Se lei ti sorregge non cadi,
se lei ti protegge non cedi alla paura,
se lei ti è propizia raggiungi la mèta.
(San Bernardo da Chiaravalle)
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ROSALIA GIGLIANO
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