Per tutta la vita San Bernardo ha saputo attirare le anime cantando il suo amore per la Vergine Maria, alla quale dedicò la famosa preghiera del Memorare.
Per la sua dolcezza e soavità Papa Pio XII lo ha definito il «dottore mellifluo», l’«ultimo dei padri, ma non certo inferiore ai primi».
Bernardo nasce nel 1080, in Francia, nel castello di Fontaine-lès-Dijon. Figlio del Conte Tescellino, è il terzo di cinque fratelli e di una sorella. Fin dall’adolescenza esercita quel potere di attrazione sulle anime che farà di lui, come ha detto qualcuno, una sorta di «mistica calamita».
Di bell’aspetto, snello, elegante e gentile nei modi, corteggiato dalle dame della nobiltà borgognona, a sedici anni avverte il richiamo irresistibile della vocazione spirituale. Decide così di farsi monaco.
Sceglie di entrare nel monastero di Cluny, creando in un primo momento scandalo e disappunto tra la cavalleria feudale. Ma ben presto il suo esempio contagia i familiari e diversi altri giovani del luogo. Il padre di Bernardo, l’unica sorella e tutti i suoi fratelli abbandonano in poco tempo le sterminate proprietà nobiliari, i gioielli della famiglia, il lusso e le amicizie mondane, per entrare a loro volta in convento.
E come se ciò non bastasse, altri trenta giovani della nobiltà borgognona imitano il suo esempio. Si lasciano alle spalle castelli e ricchezze seguendo Bernardo in monastero. Un fatto che crea non poco scompiglio tra le famiglie nobili di Francia, lasciando il paese sguarnito dei suoi più promettenti cavalieri.
La regola di Cluny però non appare severa a sufficienza per Bernardo, che si trasferisce coi suoi compagni prima a Citeaux e poi a Clairvaux (Chiaravalle), dove riesce a mettere in pratica, come voleva, l’autentica regola benedettina in tutta la sua austerità, conducendo una vita immersa in preghiera, studio, digiuno e lavoro manuale.
Da quel monastero si irrora per molto tempo nella Cristianità un’intensa luce di spiritualità, che illumina tuta la Chiesa. È qui, dopo il lavoro e la penitenza, che Bernardo compone le sue opere piene di fiducia e di dolcezza, che prepara i suoi trattati di dottrina e di contemplazione, le sue dichiarazioni d’amore alla Madonna. Tanto che lo si definirà «l’innamorato della Madonna». Il suo amore per la Vergine lo porta a diffonderne il culto in scritti e in versi. Non a caso Dante, incontrandolo nel suo «Paradiso», gli fa pronunciare le più soavi rime in onore di Maria: «Vergine madre, figlia del tuo figlio…».
Bernardo, uomo dotto, saggio e santo, è ricercatissimo da vescovi e papi che lo invitano di frequente a predicare, disputare, risolvere dubbi e contrasti. Lui, che non desidera altro che la vita contemplativa, obbedisce. Per poi tornare, dopo aver suscitato entusiasmi ovunque, nel silenzio e nella gioia della sua cella, a pregare nell’intimità claustrale.
Tra gli studi di carattere dottrinale e teologico, che gli varranno il titolo di dottore della chiesa (nel 1830 lo dichiara tale papa Pio VIII), vanno menzionati Il trattato dell’amore di Dio e Il trattato della grazia e del libero arbitrio, per l’influenza avuta nelle dispute religiose dell’epoca. Papa Alessandro III lo fa santo nel 1174, mente molti secoli più tardi, nel 1953, Pio XII gli dedicherà l’enciclica Doctor Mellifluus.
Ricordati, o piissima Vergine Maria,
che non si è mai udito
che alcuno sia ricorso alla tua protezione,
abbia implorato il tuo aiuto,
abbia chiesto il tuo soccorso,
e sia stato abbandonato.
Animato da tale fiducia,
a te ricorro, o Madre Vergine delle vergini;
a te vengo, dinanzi a te mi prostro, peccatore pentito.
Non volere, o Madre del Verbo,
disprezzare le mie preghiere,
ma ascoltami benevola ed esaudiscimi.
Amen.
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