La Chiesa oggi commemora un giovane missionario ucciso dai guerriglieri comunisti in anni che videro cadere altri sedici martiri tra Laos e Vietnam.
Tra le sue doti più spiccate c’era quella di saper comunicare ai giovani la bellezza della fede in Cristo Gesù.
Michel Coquelet nasce il 18 agosto 1931 a Wignehies, nel nord della Francia. Viene al mondo in una famiglia povera, numerosa e di profonda fede cristiana.
Dopo essersi diplomato, nel 1948 entra nei Missionari Oblati di Maria Immacolata. Nel 1954 professa i voti perpetui e due anni più tardi, nel 1956, diventa sacerdote. Secondo gli usi degli Oblati di Maria Immacolata, scrive una lettera al superiore generale per offrirsi volontario per la missione.
Volontario per andare in missione in Laos
«Allora, questo è ciò che le dirò semplicemente: sono volontario per le Missioni, specialmente per la Missione del Laos!» scrive nella lettera. Il 25 gennaio 1957 giunge la consegna e così Michele può partire per la sua meta agognata, dove entra a far parte del corpo docente del seminario minore di Paksane. Dove ben presto dimostra il suo talento: quello di saper comunicare coi ragazzi.
Qualche anno più tardi, nel 1961, viene trasferito nel villaggio cristiano di Phôn Pheng. Da tempo però aveva cominciato a prendere delle precauzioni. Gli abitanti dei villaggi non cristiani infatti avevano iniziato a denunciare i missionari come spie.
La situazione difficile dei missionari
È il 17 aprile 1961 quando padre Michele si mette in marcia per raggiungere un infermo a Ban Nam Pan. Quando parte ignora quanto accaduto due giorni prima al suo amico e confratello Louis Leroy: in un’altra zona di quella stessa una pattuglia di militanti comunisti lo aveva rapito e barbaramente ucciso nella foresta.
Fermato dai guerriglieri comunisti
Anche lui viene fermato dai guerriglieri. Un testimone racconta di averlo visto fermare dai comunisti poco lontano da Xieng Khong, Gli dicono: «Il vostro superiore vi chiede di tornare a Xieng Khouang». Ma Michele risponde «Non è vero, altrimenti il mio superiore me l’avrebbe detto; ci sono molte persone che vanno e tornano da Xieng Khouang».
Il martirio di un giovane missionario
I guerriglieri allora lo conducono lungo l’antica pista francese in direzione di Ban Sop Tieng, costringendolo a lasciare la sua bicicletta. E a quel punto uccidono anche lui sul ciglio della strada. Quando muore ha soltanto ventinove anni.
Sarà beatificato l’11 dicembre 2016 insieme a altri sedici martiri, tra sacerdoti, diocesani e missionari, e laici, assassinati tra Laos e Vietnam tra il 1954 e il 1970.