San Sebastiano, martire dei primi secoli, è ricordato per la sua testimonianza di fede, per le conversioni generate e per il miracolo di guarigione di una donna muta.
Martire del III secolo, sotto la persecuzione dell’imperatore Diocleziano, san Sebastiano, che si commemora oggi 20 gennaio, è stato un grande testimone della fede.
Nato a Milano intorno al 263 fa madre proveniente dalla Francia fu formato cristianamente e poi negli anni della giovinezza si trasferì a Roma per intraprendere la carriera militare.
Svolgeva il ruolo di pretoriano ed era amico dell’imperatore dopo esser diventato tribuno della prima corte imperiale.
Santo di oggi 20 gennaio: San Sebastiano
Godeva della stima dei potenti per le sue qualità umane e professionali. La sua fede cristiana traspariva, anche perchè il suo intento era portare l’annuncio del Vangelo a tutti e quindi anche ai nobili e ai ricchi.
Clandestinamente aiutava i cristiani a seppellire i martiri. Ben presto emerse che anche lui professava il cristianesimo e questo decretò per lui la condanna a morte. Un evento in particolare fece precipitare le cose.
Due cristiani di nome Marco e Marcelliano erano stati arrestati. Il loro padre cercava di spingerli ad abiurare per fargli aver salva la vita. Ma intervenne san Sebastiano che si recò da loro per fornirgli sostegno e coraggio a resistere. Il santo li fortificò nella fede e li aiutò a non cedere e non rinnegare il Signore.
I prodigi in prigione
Mentre stava parlando con i due cristiani prigionieri avvenne un grande prodigio che portò alla conversione di altri. Parlò poi ai genitori della certezza che i figli, perseverando nella testimonianza di Cristo, avrebbero preparato per loro la via del Paradiso. Poi si rivolse ai due ragazzi e disse: “Fortissimi soldati di Cristo, non vogliate deporre la corona eterna per misere lusinghe” e si narra che in quel momento un forte raggio di luce lo avvolse.
Oltre a questo prodigio se ne aggiunse un altro: era presente Zoe, moglie del capo della cancelleria imperiale, che stava accompagnando il marito Nicostrato nella visita delle carceri. Dopo aver visto san Sebastiano avvolto in quel raggio di luce, la donna, che era muta da 6 anni si inginocchiò davanti a lui e implorò l’aiuto di Dio.
Lui le fece il segno della croce sulle labbra e la donna guarì dalla sua malattia e ritornò a parlare. Al vedere tutto ciò ci furono anche altre conversioni.
La condanna a morte e il martirio
Si venne a sapere che san Sebastiano era un cristiano e per lui non ci fu scampo. L’imperatore lo fece condannare a morte. Il martirio di san Sebastiano è stato raffigurato molte volte dalle rappresentazioni artistiche che hanno reso famoso questo evento.
Si narra che fu legato ad un palo sul colle Palatino. Denudato e coperto solo da un leggero telo, ebbe una morte molto dolorosa perché dopo le torture fu ucciso trafitto dalle frecce. Era circa l’anno 304. Il suo corpo avrebbe dovuto essere esposto ad bestias, ovvero dato in pasto alle belve feroci. Per questo le sue spoglie furono gettate nella Cloaca Maxima.
Ad impedire lo scempio fu però il gesto caritatevole di una donna, la matrona Irene, insieme alla serva Lucina, che fecero trasportare il corpo nelle catacombe sulla via Appia e gli fecero dare degna sepoltura. Quel luogo già nel primo millennio venne ridenominato Catacombe di San Sebastiano.
Il culto e le fonti storiche
Sul luogo del martirio sorse la chiesa a lui dedicata. Le fonti su cui si apprendono notizie certe sulla vita di san Sebastiano e sul suo martirio sono la Depositio Martirum integrata all’interno del Cronografo, un’opera risalente al 354.
San Sebastiano è menzionato anche nel Commento al Salmo 118 di Sant’Ambrogio. Inoltre, un’altra fonte è una Passio del V secolo che ne attesta la storia e fornisce le più note informazioni sulla sua figura.
San Sebastiano è sempre stato molto venerato e invocato contro le epidemie dopo che per sua intercessione Castel Gandolfo è stata liberata dal colera che imperversava in quella zona. Anche ai nostri giorni risultano miracoli e grazie avvenute grazie a questo santo, come l’uomo risvegliato dal coma dopo averlo sognato.
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