San Giuseppe, la figura più silenziosa dei Vangeli, è l’emblema dell’uomo giusto, del padre amorevole e dello sposo fedele.
Data la sovrapposizione con la Domenica Laetare, la Chiesa ricorda oggi San Giuseppe, padre putativo di Gesù, sposo dell’Immacolata, compagno della Vergine Maria, sostegno incrollabile della Madre di Dio.
Giuseppe, castissimo sposo di Maria e capo della «sacra famiglia», discendeva della casa di David e dunque di stirpe regale. Una nobiltà puramente nominale, dato che doveva guadagnarsi il pane facendo l’operaio, l’artigiano di paese.
Le poche notizie sicure sul suo conto le possiamo trarre dal Vangelo. La prima cosa che si nota è che San Giuseppe è la figura più silenziosa del Vangelo. Non parla mai. O, meglio, nessuno degli evangelisti riporta mai qualche sua parola. Se Giuseppe tace sempre, la sua autorità però è sempre oggetto di profondo rispetto.
San Giuseppe, emblema di giustizia
San Giuseppe infatti è un capofamiglia che per suscitare rispetto e obbedienza non ha alcun bisogno di imporsi e di comandare. Simbolo di autorità, non di autoritarismo, Giuseppe deriva la sua autorevolezza dalla saggezza e dalla virtù di chi conosce le necessità della propria famiglia. Alla quale provvede lavorando in silenzio e mettendo in moto le proprie mani.
Immagine di saggezza – quello che è, o dovrebbe essere, l’attributo di ogni padre -, una virtù identificata solitamente con la maturità, Giuseppe di solito viene raffigurato come un uomo in là con gli anni. Ma più che l’età, in San Giuseppe sono le virtù a contare. Tra queste ci sono senz’altro onestà, fedeltà, rettitudine, fedeltà alla parola di Dio, obbedienza, laboriosità. Queste le virtù più spiccate di Giuseppe, falegname di Nazaret che la Scrittura chiama «uomo giusto», secondo il significato che la tradizione biblica e quella cristiana attribuiscono a questo aggettivo.
Maestro di vita dei primi anni del Redentore
Secondo i moderni linguisti, il nome ebraico di Giuseppe significa «Dio aggiunge». In effetti Dio ha certamente molto aggiunto a San Giuseppe, senza fargli perdere nulla della sua umanità piena di affetto e di silenziosa modestia.
E come meraviglioso esempio di uomo giusto e umile lavoratore, Giuseppe sarà trovato degno di essere il padre putativo del Figlio di Dio, oltre che suo custode. E dunque anche maestro di vita di Gesù, negli anni della giovinezza del Salvatore.
Patrono della Chiesa
Il culto di San Giuseppe rimarrà a lungo nell’ombra. Solo dopo il IX secolo comincerà a svilupparsi, subendo un balzo inaspettato quando papa Gregorio XV proclamerà il giorno
della sua festa, il 19 marzo, come festa di precetto.
Un altro più che meritato onore gli sarà tributato da Pio IX che proclamerà San Giuseppe patrono della chiesa universale. E quale santo poteva esserne più degno di colui che ebbe in custodia la sacra famiglia?
Preghiera a San Giuseppe
A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, insieme con quello della tua santissima Sposa.
Deh! Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno, la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto soccorri ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido Custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo; allontana da noi, o Padre amatissimo, la peste di errori e di vizi che ammorba il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta contro il potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del bambino Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso possiamo virtuosamente vivere, piamente morire, e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen.