Vescovo, dottore della Chiesa, riformatore della vita monastica. Ma soprattutto innamorato di Dio.
Questo è stato Sant’Anselmo d’Aosta, una delle figure più splendenti del Medioevo cristiano.
Per seguire il suo profondo desiderio che lo spingeva a consacrarsi alla vita contemplativa, il nobile Anselmo, nato ad Aosta nel lontano 1033, dovette battagliare contro l’opposizione del padre Agilulfo e soprattutto contro la sua contrarietà alla vita monastica.
Anselmo infatti era il primogenito della ricca e nobile stirpe. Per questo motivo il suo destino sarebbe dovuto essere quello di darsi a una vita mondana fatta di agi e ozi, dedicando le sue energie migliori alla conservazione del sostanzioso patrimonio di famiglia.
Ma il giovane Anselmo, educato dai benedettini a una vita di preghiera e di silenzio, mal digeriva le imposizioni del genitore. Al punto da ammalarsi gravemente. Una volta ripresosi, deciderà di agire d’astuzia. Fingendo cioè di piegarsi alle disposizioni paterne per fuggire di casa e, dopo aver varcato il Moncenisio, trovare riparo nella celebre abbazia del Bec, in Normandia, sotto la guida del monaco Lanfranco.
Sulla scia del luminoso esempio del maestro, in pochi anni il giovane fuggitivo per amore di Dio diventerà così pratico delle cose della fede da arrivare a succedere proprio a Lanfranco alla testa del monastero.
Anselmo sarà un grande predicatore e riformatore della monastica. Verrà nominato in seguito arcivescovo di Canterbury e primate d’Inghilterra. Grazie alla sua moderazione e alla sua saggezza riuscirà ad allontanare – o, meglio, a rimandare di diversi secoli – lo spettro dello scisma che già allora si affacciava all’orizzonte.
Malgrado una esistenza così piena di avvenimenti e di travagli, Anselmo troverà il tempo per lo studio e per la meditazione. Tanto che sarà uno dei teologi più grandi del suo tempo, considerato uno dei fondatori della Scolastica, com’è chiamata l’espressione più alta della filosofia cristiana nel Medioevo.
L’opera più famosa di Anselmo d’Aosta s’intitola Monologio, che significa «un solo discorso»: un trattato su Dio, sui suoi attributi e sulla sua essenza. Opera che unisce una sapienza profonda agli accenti di un canto d’amore per Dio, lo stesso che sorreggerà il Santo aostano durante tutta la sua esistenza fatta di apostolato, dure battaglie e studi.
Concluderà la sua esistenza terrena a Canterbury, il 21 aprile 1109. Dovranno passare più di sei secoli prima che papa Clementi XI arrivi a dichiararlo «dottore della Chiesa» nel 1720.
Dio, che al popolo tuo desti per ministro di eterna salvezza il beato Anselmo, esempio preclaro di pazienza, deh!, fa’ che come l’abbiamo avuto dottore in vita sulla terra, così meritiamo di averlo intercessore in cielo.
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