Primo fra i Gesuiti provenienti dal Nord Europa che decide di dedicare l’intera sua vita a promuovere e a rafforzare la fede, attraverso lettere e scritti. Oggi è fra i Dottori della Chiesa.
Una vita spesa ad educare le folle, fino alla stesura di una sua personale edizione del Catechismo della Chiesa.
In questo ventunesimo giorno del mese di dicembre, la chiesa venera San Pietro Canisio. Nato l’8 maggio 1521 a Nimega, città principale della Gheldria, allora appartenente al Sacro Romano Impero, da nobili e agiati genitori.
Durante il suo soggiorno a Colonia Canisio subisce l’influenza del mistico brabantino Nicolaus van Esch e quella del compagno di Ignazio di Loyola Pierre Favre. Accompagna proprio Favre a Magonza nel 1543 e, dopo aver seguito un corso di esercizi spirituali, entra nella Compagnia di Gesù, approvata appena tre anni prima.
Diventa così il primo gesuita tedesco. Affittata a Colonia una piccola casa, vi installa in segreto il Favre e altri 10 compagni costituendovi la prima comunità di gesuiti in Germania.
Canisio ha naturalmente una non meno forte attività riformatrice, condotta con tutti i mezzi e con una instancabilità sorprendente. A Ingolstadt fonda un primo collegio: la fondazione di collegi gesuitici diventerà uno dei mezzi più pratici della sua opera missionaria.
Non si ferma alla Baviera, ma si rivolge anche ad altre aree d’Europa, come la Boemia e l’Austria, dove il cattolicesimo ha subito perdite gravi e occorreva quindi una combattività maggiore.
Dedica gli ultimi anni alla predicazione: muore il 21 dicembre 1597 nel collegio da lui fondato a Friburgo. Subito dopo la sua morte corsero voci di miracoli: ma solo nel secolo seguente incominciarono le ricerche delle testimonianze che lo portarono agli onori degli Altari.
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O Dio,
che hai suscitato in mezzo al tuo popolo san Pietro Canisio,
sacerdote pieno di carità e sapienza,
per confermare i fedeli nella dottrina cattolica,
concedi a quanti cercano la verità,
la gioia di trovarti e a coloro che credono,
la perseveranza nella fede.
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