Oggi 21 dicembre, festa di San Pietro Canisio: grande catechista, stimato da papa Benedetto XVI

San Pietro Canisio fu figlio spirituale di sant’Ignazio di Loyola e primo tra i gesuiti in Germania. Scrisse ben tre catechismi dedicandosi alla divulgazione dottrinale.

San Pietro Canisio
San Pietro Canisio – lalucedimaria.it

Come ha affermato papa Benedetto XVI illustrando la figura di san Pietro Canisio, questo santo che si commemora oggi 21 dicembre, ha avuto la qualità di “saper comporre armoniosamente la fedeltà ai principi dogmatici con il rispetto dovuto ad ogni persona“.

Nacque in Olanda, a Nimega, l’8 maggio 1521, il suo nome era Pietro Kanijs ( Canisio è la versione latinizzata). Suo padre era il borgomastro della città e lo fece studiare all’università di Colonia presso i certosini del luogo.

In quegli anni di studio Pietro incontrò san Pierre Favre, tra i primi membri della Compagnia di Gesù. Tamite lui che venne a conoscenza degli Esercizi spirituali ignaziani e poco tempo dopo entrò tra i gesuiti. Era il primo dell’area germanica e l’ottavo a prendere i voti solenni.

Santo di oggi 21 dicembre: San Pietro Canisio

Fine studioso, per le sue competenze teologiche, nel 1547 il vescovo di Augusta volle che Canisio partecipasse al Concilio di Trento in veste di consigliere.

Diventato un figlio spirituale di sant’Ignazio di Loyola, fu lui a mandarlo in Italia per completare la sua formazione spirituale e dottrinale prima a Roma, poi al Collegio di Messina e a Bologna. Poi lo destinò alla Germania. La sua rettitudine e la sua fermezza dottrinale potevano arginare l’eresia luterana che incombeva.

Quando andò a pregare alla basilica di San Pietro prima di intraprendere la sua missione in Germania raccontò: “Là io ho sentito che una grande consolazione e la presenza della grazia mi erano concesse per mezzo di tali intercessori (Pietro e Paolo). Essi confermavano la mia missione in Germania e sembravano trasmettermi, come ad apostolo della Germania, l’appoggio della loro benevolenza“.

Si stabilì in Baviera, dove nel1556 diventò il primo Padre provinciale della Provincia della Germania Superiore ma raggiunse anche a Vienna, Praga e la Polonia. Ebbe modo di conoscere e frequentare importanti ed influenti personalità e con la sua raffinata teologia sapeva affascinarli.

Il Catechismo in tre volumi

Fu tanto dotto da essere proclamato dopo la sua canonizzazione, Dottore della Chiesa. Si occupò di pubblicare numerose opere di grandi santi come San Cirillo di Alessandria, San Leone Magno, San Girolamo e di Osio, le Orazioni di san Nicola della Fluë.

Scrisse diversi testi di omiletica e si dedicò della diffusione di testi devozionali di autori svizzeri. Tra le sue opere ci sono le Lectiones et Predicationes Ecclesiasticae, le  Institutiones et Exercitamenta christianae pietatis, le Notae in Evangelicas lectiones. Si ricorda anche la Summa doctrinae christianain usum Christianae pueritiae, la confutazione dei Centuriatori di Magdeburgo costituita da due parti.

La sua opera più grande, per cui è maggiormente ricordato è la composizione del Catechismo in tre libri, con il titolo di Parvus Catechismus Catholicorum. 

Compose questi tre volumi tra il 1555 e il 1558. Nel primo i destinatari erano gli studenti che intendeva istruire con le nozioni basilari della teologia. Il secondo libro eraun approfondimento di istruzione religiosa e il terzo si rivolgeva a lettori più adulti. La metodologia scelta era innovativa e facilmente accessibile: le nozioni venivano espresse sotto forma di domande e risposte.

Con estrema chiarezza era un modo per rendere più semplice la trasmissione della dottrina cattolica. Quando papa Gregorio XIII voleva dargli il ministero episcopale a Vienna lo rifiutò per umiltà. Negli ultimi anni della sua vita fondò il collegio Sankt Michael a Friburgo, in Svizzera continuando a predicare fino alla fine.

La morte arrivò per lui il 21 dicembre 1597 in quello stesso luogo e lì, nella chiesa universitaria fu sepolto il suo corpo. Nonostante fin da subito dopo la sua nascita al Cielo si diffuse la sua fama di santità e le voci di miracoli avvenuti per sua intercessione la beatificazione arrivò solo qualche secolo dopo, nel 1869 e la canonizzazione nel 1925.

Papa Benedetto XVI lo ricordava con queste parole: “San Canisio ha distinto l’apostasia consapevole, colpevole, dalla fede, dalla perdita della fede incolpevole, nelle circostanze. E ha dichiarato, nei confronti di Roma, che la maggior parte dei tedeschi passata al Protestantesimo era senza colpa. In un momento storico di forti contrasti confessionali, evitava – questa è una cosa straordinaria – l’asprezza e la retorica dell’ira – cosa rara come ho detto a quei tempi nelle discussioni tra cristiani, – e mirava soltanto alla presentazione delle radici spirituali e alla rivitalizzazione della fede nella Chiesa“.

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