Con la solennità dell’Ascensione si conclude anche la vita terrena di Gesù che, davanti agli Apostoli, si unisce fisicamente al Padre.
Prima della sua seconda venuta, per il Giudizio finale, il Salvatore non comparirà più sulla terra.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica spiega che «il corpo di Cristo è stato glorificato fin dall’istante della sua risurrezione, come lo provano le proprietà nuove e soprannaturali di cui ormai gode in permanenza».
Ma Gesù, aggiunge subito dopo, «durante i quaranta giorni nei quali egli mangia e beve familiarmente con i suoi discepoli e li istruisce sul Regno, la sua gloria resta ancora velata sotto i tratti di una umanità ordinaria. L’ultima apparizione di Gesù termina con l’entrata irreversibile della sua umanità nella gloria divina simbolizzata dalla nube e dal cielo ove egli siede ormai alla destra di Dio».
La festività dell’Ascensione risale a tempi molti antichi, già a partire dal IV secolo. Per la Chiesa Cattolica l’Ascensione si colloca di norma a quaranta giorni di distanza dalla Pasqua. Mentre nel Credo che recitiamo a Messa si dice che Gesù «è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine».
Perché Gesù ascende al cielo? Fulton Sheen nella sua Vita di Cristo spiega che «se Cristo fosse rimasto sulla terra, la visione avrebbe sostituito la fede. In cielo non vi sarà la fede, perché i Suoi seguaci vedranno; e non vi sarà la speranza, perché essi possederanno; ma vi sarà l’amore, perché l’amore dura in eterno!».
Un’altra ragione dell’Ascensione, fa notare il vescovo Sheen, è che così Gesù «avrebbe potuto implorare dal Padre Suo una natura umana comune al resto degli uomini. Ora Egli avrebbe potuto, per così dire, mostrare le cicatrici della Sua gloria non solamente come trofei di vittoria ma anche come emblemi d’intercessione».
O mio buon Gesù! consolatore degli afflitti, avete detto ai vostri Apostoli «Vado a prepararvi il luogo, acciocché dove sono Io abbiate ad essere anche voi».
Avete preparato, come spero, anche per me il domicilio nella casa del vostro Padre. Voi mi avete preceduto nella ignominia della croce e risorto ascendeste al Cielo, di là ritornerete nel giorno del giudizio per rimunerarmi in proporzione del frutto che avrò ricavato dalla vostra Passione e Morte.
Voi mi siete modello e rimuneratore dei patimenti. Imiterò la divina grazia, la vostra pazienza onde possa ricevere la corona promessa a chi soffre. Vi prometto che sarò fedele fino alla morte, affinché possa ottenere il luogo che Voi mi avete preparato nella casa del Padre vostro.
Sempre fino all’ultimo respiro combatterò da forte col vostro aiuto per la giustizia, onde raggiungere la vita eterna, che credo con tutta fermezza.
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