Oggi, ventunesimo giorno di aprile, la Chiesa celebra un martire che ha tenuto onore a un nome simbolo di valore e coraggio.
San Leonida è conosciuto anche come «padre di Origene», fecondo scrittore che nell’esempio paterno troverà fonte di ispirazione.
Il Santo celebrato oggi dalla Chiesa porta un nome sinonimo di eroismo, valore e coraggio: quello di Leonida, il valoroso re di Sparta immolatosi alla Termopili alla testa dei suoi soldati altrettanto eroici.
Lo stesso può dirsi del Leonida cristiano, valoroso combattente per la fede che col martirio suggellò la propria esistenza. Darà anche i natali a uno degli scrittori cristiani più fervorosi e arditi di sempre: Origene.
Maestro di retorica ad Alessandria e padre di sette figli, proprio al maggiore – Origene appunto – Leonida dà una grande educazione letteraria e filosofica, oltre a una conoscenza approfondita della Sacra Scrittura.
Secondo la tradizione, Leonida, ammirato dal fervore spirituale del suo figliolo, era solito baciargli il petto, così acceso di sapienza divina, durante il sonno.
Presto sarebbe venuto il tempo della prova. Sotto il regno dell’imperatore Settimio Severo, nel 204, ricominciano a essere perseguitati i cristiani. Il giovane Origene aspira al martirio, ma la madre gli nasconde i vestiti per impedirgli di andare a proclamare la propria fede cristiana dinanzi al Governatore.
Come occorresse affrontare il martirio – senza ostentazioni di sorta – lo mostrerà il padre, Leonida. Chiamato dal Governatore, confessa senza arroganza e senza timore di essere cristiano. Subito incarcerato, durante la prigionia il figlio Origene riesce a fargli pervenire una lettera dove lo esorta a restare fedele a Dio. «State attento, caro padre – scrive Origene nella lettera – di non mutare risoluzione a causa di noi, vostri figli».
Non potendo ormai più baciare il petto del suo amato figliolo, Leonida bacia la lettera di esortazione. Pur non avendone bisogno, perché fermo e determinato, le parole del figlio lo riempiono ugualmente di gioia. Così potrà affrontare con serenità le ore precedenti al martirio. E morirà porgendo sorridente la testa al taglio della spada.
Dopo la morte di Leonida, alla vedova vengono confiscati i beni e i sette orfani si vedono gettare in mezzo alla strada. A evitare loro una fine misera sarà una signora di Alessandria, che li raccoglierà e si prenderà cura di loro.
Quanto al giovane Origene, pieno di orgoglio per essere il figlio di un martire, diventerà una scrittore talmente importante da legare il suo nome a quello del padre. San Leonida infatti viene comunemente distinto con l’attributo di «padre di Origene».
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