Nobile vedova romana, Lea rimane conquistata dalle parole di San Girolamo e si consacra totalmente a Dio vivendo in castità, povertà e preghiera.
Diventerà maestra spirituale e superiora di un gruppo di giovani vergini assetate di vita spirituale.
Le poche notizie sulla vita di Santa Lea ci sono pervenute grazie a una lettera di San Girolamo alla matrona Marcella, stretta amica di Lea animatrice di una delle prime comunità femminili cristiane di Roma.
Lea era una nobile dama romana, moglie di un ricco patrizio. Viveva nell’abbondanza e nel lusso in un grande palazzo, con molti servi ai suoi ordini. Rimasta vedova ancora in giovane età, Lea rifiuterà di risposarsi col console designato Vezio Agorio Protestato. L’avevano conquistata la parola di San Girolamo e l’esempio delle sue figlie spirituali.
La nobile dama che si farà serva di tutti
Lea cominciò a frequentare la comunità di Marcella, sull’Aventino. E rimase affascinata da quella vita dove si studiavano le Sacre Scritture, si pregava assieme e si viveva in castità e povertà, in maniera simile alla vita monastica, sotto la guida di San Girolamo.
Così deciderà anche lei di ritirarsi come Marcella. Occupando per sé soltanto una celletta, aprirà il suo palazzo nell’Urbe a altre giovani alla ricerca di una nobiltà superiore a quella data dalla nascita: la nobiltà dello spirito. Insieme vivranno come in un monastero di cui Lea venne considerata la superiora. O, meglio, la «Madre» delle vergini. Ma non perché più anziana d’età o di grado superiore quanto a nobiltà. Lea era più in alto nella perfezione spirituale: cioè più umile, più frugale, più laboriosa.
La lettera di San Girolamo
E così si umiliò diventando serva di tutti, lei che aveva avuto molti servi ai suoi ordini. «Dai cori degli Angioli — scriverà Girolamo alla morte di Santa Lea, verso il 383 — ella è stata scortata nel seno di Abramo, e come Lazzaro già povero, vede ora il ricco Console, già vestito di porpora, e che adesso, non adorno della palma ma avvolto nell’oscurità, domanda a Lea che gli faccia cadere una gocciola dal suo dito più piccolo».
Nei giorni in cui moriva Santa Lea si celebravano anche i funerali di Vezio Agorio Pretestato, il console designato a Prefetto dell’Urbe che la matrona aveva rifiutato di sposare in seconde nozze. San Girolamo, che amava i parallelismi, lo farà rilevare.
«Che cambiamento di scena! – proseguiva il Santo Dottore della Chiesa nella sua lettera. – Quell’uomo al quale fino a pochi giorni or sono facevano da battistrada i grandi di tutte le dignità; quell’uomo che saliva in Campidoglio quasi in veste di trionfatore di vinti nemici; quell’uomo che veniva accolto con tripudio e festa e alla cui morte si è messa sottosopra tutta la città, ora è abbandonato dal mondo. Al contrario Lea, che .visse come carcerata dentro il segreto ambito ristretto di una cella, che fu riguardata come povera e vile, la cui vita era considerata né più né meno che un fenomeno di pazzia, ecco che è del seguito di Cristo».
Preghiera a Santa Lea
Santa Lea, sii nostra maestra,
insegna anche a noi,
a seguire la Parola,
come lo facesti tu,
in silenzio e con le opere.
Ad essere umili servi,
dei più poveri e degli ammalati.
Con amore e fedeltà,
per piacere al nostro Signore.
Amen