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Santi

Oggi 22 ottobre è la festa di San Giovanni Paolo II: il papa dei record che insegna ad aprire il cuore a Cristo

Il ricordo di San Giovanni Paolo II, che si commemora oggi 22 ottobre, è sempre più vivo. Il pontefice polacco è un pilastro della Chiesa e continua ad essere un faro.

San Giovanni Paolo II – lalucedimaria.it

La memoria liturgica di San Giovanni Paolo II viene celebrata oggi 22 ottobre, anniversario della sua messa di inizio pontificato. Fu un giorno storico che segnò l’inizio di uno dei pontificati più longevi e che fece conoscere la tempra spirituale di un papa di cui già si intravedeva la santità.

Primo pontefice straniero dopo molti secoli, la sua elezione è stata un elemento di novità che ha lasciato un segno indelebile nella storia della Chiesa. La grandezza di San Giovanni Paolo II, la sua fede e la sua carità sono indimenticabili e sempre vive nel cuore della gente.

La sua terra è la Polonia: Karol Józef Wojtyła era nato a Wadowice il 18 maggio 1920 da Karol Wojtyła senior ed Emilia Kaczorowska, entrambi Servi di Dio, di cui è in corso il processo di beatificazione.

Terzo figlio, aveva un fratello, Edmund e una sorella, Olga, morta alla nascita. La sua infanzia è segnata dalla perdita della mamma quando ha solo 8 anni, da sempre fragile di salute.

Successivamente, nell’adolescenza, è colpito dalla morte del fratello che, medico, viene contagiato curando una bambina malata di scarlattina. Ha 20 anni quando muore anche il padre e si ritrova solo, senza famiglia.

Santo di oggi 22 ottobre: San Giovanni Paolo II

La sua formazione ha dunque ricevuto un imprinting dalla fede trasmessa dai genitori e dure prove lo toccano fortemente nella prima parte della sua vita. È un giovane pieno di interessi e passioni artistiche. Ama la letteratura e la poesia, il teatro e la filosofia, per cui si iscrive all’Università Jagellonica di Cracovia.

Durante la Seconda Guerra Mondiale lavora nelle cave di pietra della Solvay e l’anno dopo la morte del padre, nel 1942 matura in lui la vocazione al sacerdozio. Frequenta il seminario clandestino e contemporaneamente mantiene viva anche la passione per la drammaturgia con il Teatro Rapsodico, sempre clandestinamente.

È il 1° novembre 1946 quando viene ordinato sacerdote e dopo un primo incarico in una piccola località vicino Cracovia viene mandato nella parrocchia di San Floriano nel cuore della città. In quegli anni approfondisce gli studi teologici a Roma e si occupa di fare un dottorato con tesi sulla natura personale dell’incontro tra l’uomo e Dio.

Nel 1958, quando ha solo 38 anni, diventa vescovo ausiliare di Cracovia e tre anni più tardi gli viene data la porpora cardinalizia. Negli anni del Concilio Vaticano II, dal 1962 al 1965 prende parte ai lavori e continua ad insegnare all’Università Jagellonica di Cracovia e all’Università Cattolica di Lublino.

Un papa venuto da lontano

Nel 1978, l’anno dei tre papi e dei due conclavi, dopo la morte di papa Giovanni Paolo I e il suo pontificato di 33 giorni, viene eletto il 16 ottobre. Il suo storico saluto all’uscita sulla loggia di San Pietro ha conquistato tutti.

Le sue parole piene del calore di un pastore che si presenta con una semplicità coinvolgente, presentandosi come un papa venuto a Roma da molto lontano e il suo “se mi sbaglio mi corrigerete” hanno subito mostrato la sua grande personalità.

L’omelia della messa di inizio pontificato, che segna il suo programma, mostra una fede dirompente. Con una forza piena della vitalità della fede ha mostrato la via da seguire nella vita personale e politica.

Le sue parole rimangono impresse e scuotono oggi come ieri: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa!” .

È considerato un pontefice da record per tutto ciò che ha fatto: 104 viaggi apostolici e 148 visite pastorali in Italia. Ha canonizzato il più alto numero di santi nella storia. Parlava 13 lingue e soprattutto con la sua azione politica ha contribuito ad eventi di grande portata mondiale come la caduta del muro di Berlino.

L’attentato e la profonda devozione a Maria

Il 13 maggio 1981 subisce l’attentato da parte del terrorista turco Ali Ağca che gli spara mentre percorre piazza San Pietro sulla macchina papale dopo l’udienza generale. Lo sparo lo colpisce, ma come dirà dopo, la Madonna ha deviato il proiettile : era l’anniversario della prima apparizione della Madonna a Fatima.

Solo per pochi millimetri non è stato ferito mortalmente e un’intervento d’urgenza ha potuto evitare il peggio. Poi l’incontro con l’attentatore ed il perdono, e dopo, per sua volontà il proiettile è stato incastonato nella corona della statua della Madonna di Fatima in segno di ringraziamento.

La devozione a Maria è segno distintivo della sua vita. Nel suo stemma ha voluto la dicitura Totus tuus e ha dedicato un’enciclica alla Madonna, la Redemptoris Mater.

La Teologia del corpo e la Divina Misericordia

San Giovanni Paolo II ha posto grande attenzione, prima da sacerdote e vescovo e poi da papa al tema della famiglia e della relazione uomo-donna. Da pontefice compone 14 encicliche su vari temi, ma si adopera molto a sviluppare la Teologia del corpo che prende vita in un ampio ciclo di catechesi svolte nei primi 5 anni di pontificato.

La sua è la visione personalistica cristiana che parte da una riflessione antropologica sull’uomo e sulla donna che ha il suo fulcro nella genealogia divina, ovvero l’origine dell’essere umano da Dio. Da questo deriva poi la riflessione sul matrimonio e sulla procreazione.

Papa Wojtyla è anche il papa della Divina Misericordia, colui che ha realizzato le richieste fatte da Gesù a Santa Faustina Kowalska di istiruire una festa la prima domenica dopo Pasqua e di diffondere il culto a questo grande attributo divino.

Ed è proprio la sera del sabato 2 aprile 2005, già liturgicamente giorno della Divina Misericordia, che alle ore 21.37 il papa polacco torna alla casa del Padre. Il suo fisico, già fiaccato da un tumore negli anni ’90 e varie cadute arriva alla fine con il morbo di Parkinson dopo anni di sofferenza.

Il suo funerale viene celebrato dal suo amico e collaboratore e colui che diventerà il suo successore, Joseph Ratzinger. La folla in piazza San Pietro grida “Santo Subito” e così avverrà: la sua santità è evidente. La sua intercessione viene richiesta a gran voce, la beatificazione avviene nel 2011 e la canonizzazione il 27 aprile 2014.

Romana Cordova

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Romana Cordova

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