Giovanni Paolo II, il Papa che volle essere tutto di Maria, ha mostrato a ogni uomo il volto amorevole e misericordioso di Dio Padre.
«Fa tremar le vene e i polsi», avrebbe detto Dante, il solo pensiero di scrivere su San Giovanni Paolo II: gigante della fede e della carità, uno tra i papi più maestosi della storia. Unì nella sua persona le figure di maestro nella fede, profeta e testimone insuperabile della paternità divina.
Karol Józef Wojtyła nasce a Wadowice, centro a 50 km da Cracovia, il 18 maggio 1920. È il terzogenito di Karol Wojtyła senior e di Emilia Kaczorowska, che morirà nel 1929. Tre anni dopo perde anche il fratello maggiore Edmund, medico, morto nel 1932 per la scarlattina. Non conoscerà mai invece la sorella Olga, morta nel 1914 poco dopo la nascita, sei anni prima che Karol (detto “Lolek” da famigliari e amici) venisse al mondo.
Nel 1938 il giovane Karol si iscrive all’Università Jagellónica di Cracovia. Quando l’anno successivo i nazisti la chiudono va a lavorare in cava e poi nella fabbrica chimica Solvay. Intanto nel 1941 gli muore anche il padre, sottufficiale dell’esercito, lasciandolo completamente solo all’età di ventun anni.
L’anno dopo, sentendo la chiamata al sacerdozio, comincia a frequentare i corsi di formazione del seminario maggiore clandestino di Cracovia. Al tempo stesso anima il “Teatro Rapsodico”, anch’esso clandestino.
Diventa sacerdote
Dopo la guerra continua a studiare nel seminario maggiore, nuovamente aperto, e alla facoltà di teologia. Il 1° novembre 1946 diventa sacerdote e successivamente viene mandato a Roma a studiare. Nella città eterna si addottora in teologia con una tesi su San Giovanni della Croce.
Rientrato in patria, nel 1958 papa Pio XII lo nomina vescovo titolare di Ombi e ausiliare di Cracovia. Nel 1964 arriva la nomina a arcivescovo di Cracovia da parte di Paolo VI che tre anno dopo lo fa cardinale. Prende parte ai lavori del Concilio Vaticano II (1962-65) dando un contributo importante.
«Spalancate le porte a Cristo»
Il 16 ottobre 1978 viene eletto papa, primo papa slavo e il primo non italiano dai tempi di Adriano VI, vale a dire da 455 anni.
Ha inizio così un pontificato di indescrivibile ricchezza. Lo inaugura con parole che rimarranno il manifesto della sua azione pastorale: «Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa cosa è dentro l’uomo. Solo lui lo sa!».
Fino all’ultimo dei suoi giorni Giovanni Paolo II sarà l’instancabile annunciatore del Vangelo, spendendosi alacremente per far aprire ogni porta a Cristo.
La Roccia che si fece pavimento
In una vecchia poesia ispirata dalla prostrazione a terra dei candidati al sacerdozio durante la cerimonia di ordinazione, Giovanni Paolo II indicherà in quel giacere a terra a forma di croce l’essenza del ministero petrino e di quello sacerdotale: «Roccia – scrive – è anche il pavimento d’un gigantesco tempio». Come successore di Pietro, la Roccia su cui Cristo ha edificato la sua Chiesa, Karol Woytjla si farà «pavimento su cui camminano gli altri» per sostenere i passi dei fratelli nella fede.
Nei ventisette anni del suo lungo e intenso pontificato Giovanni Paolo II incarnerà infatti questa vocazione «pavimentale» in ogni modo possibile. Anzitutto con la dottrina ferma e sicura, espressa nelle sue tante e fondamentali encicliche (da ricordare la “Redemptor hominis”, la “Dives in misericordia”, la “Laborem exercens”, la “Veritatis splendor” e l'”Evangelium vitae”, la “Familiaris consortio”). Senza dimenticare il Catechismo, uno dei grandi frutti del pontificato di Giovanni Paolo II.
Un Papa missionario
Ma come dimenticare la sollecitudine pastorale che lo porta a incontrare milioni di fedeli in Italia e nel mondo nei suoi numerosissimi viaggi per confermare i fratelli nella fede? E poi le liturgie imponenti, i grandi incontri coi giovani, le centinaia di canonizzazioni, i gesti indimenticabili come l’incontro di Assisi coi leader religiosi del mondo, la preghiera al Muro del pianto di Gerusalemme, i mea culpa per le colpe dei figli della Chiesa.
Giovanni Paolo II è anche il Papa del dialogo interreligioso ed ecumenico, difensore della pace e della dignità umana.
“Cintura nera” di devozione mariana
Ma soprattutto papa Wojtyla è uno dei pontefici più mariani della storia. Si ispira alla lettura di san Luigi Maria Grignion di Montfort per prendere il motto del suo pontificato: Totus tuus. Consacrato totalmente alla Vergine, alla sua protezione attribuisce la miracolosa salvezza dall’attentato del 13 maggio 1981 in Piazza San Pietro, anniversario della prima apparizione di Fatima.
Negli ultimi anni del suo pontificato, segnati dalla malattia e dalla sofferenza, lui che per il suo vigore fisico era stato detto l’«atleta di Cristo» abbraccia la Croce senza riserve. Dando così al mondo la commovente testimonianza di un Papa che è anche primo discepolo del Signore.
Il cuore di un pontificato: la Divina Misericordia
Durante il Giubileo del 2000, canonizzando la sua connazionale Suor Maria Faustina Kowalska, aveva lasciato al mondo il messaggio della Divina Misericordia. Sale in cielo a Roma alle ore 21.37 di sabato 2 aprile 2005, proprio ai vespri della festa della Divina Misericordia.
I solenni funerali si tengono in Piazza San Pietro. Papa Benedetto XVI, a lungo suo braccio destro come Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, lo beatifica il 1° maggio 2011. Papa Francesco, alla presenza del predecessore, lo ha proclamato santo il 27 aprile 2014. Il suo corpo giace in un altare laterale della Basilica di San Pietro in Vaticano.
Preghiera a San Giovanni Paolo II
O Trinità Santa, ti ringraziamo per aver donato alla Chiesa il Beato Giovanni Paolo II e per aver fatto risplendere in lui la tenerezza della tua paternità, la gloria della Croce di Cristo e lo splendore dello Spirito d’amore.