La storia della salvezza portata da Gesù ha inizio con un vero matrimonio: quello tra Maria e Giuseppe.
Nel segreto e nel silenzio, soli davanti al mistero dell’Incarnazione e allo sguardo di Dio, questi santi, casti e umili sposi saranno i primi protagonisti con Gesù della storia della salvezza.
L’evangelista Matteo, raccontandoci la nascita di Gesù, dice che Maria era «promessa sposa» di Giuseppe. Il costume ebraico voleva che il matrimonio si svolgesse in due fasi: prima il fidanzamento ufficiale (che già possedeva un valore matrimoniale vero e di matrimonio vero, con diritti e doveri da parte degli sposi) e poi, a un anno di distanza, l’entrata della sposa a casa dello sposo e la successiva coabitazione.
Dunque Maria è veramente sposata a Giuseppe secondo la duplice fase del matrimonio ebraico. Tuttavia Maria, sotto la guida del Signore, aveva anche fatto offerta della propria verginità perpetua. Quando infatti l’arcangelo Gabriele le chiederà di divenire la madre del Figlio di Dio, la Madonna risponderà: «Come può avvenire questo, se non conosco uomo?» (Lc 1,34), affermando così la propria condizione verginale. Così l’arcangelo Gabriele spiegherà che è proprio la sua verginità ad averla preparata alla maternità divina. Gesù infatti doveva nascere da una vergine, «figlio di una vergine».
Giuseppe, degno sposo di Maria
Per preservare e custodire insieme la verginità perpetua e la maternità divina di Maria occorreva dunque uno sposo degno di Maria. Dio sceglie così Giuseppe come sposo castissimo e verginale di Maria, come afferma la più genuina Tradizione ecclesiale secondo la quale anche San Giuseppe aveva consacrato a Dio la propria castità.
Maria non dice nulla a Giuseppe, rinserrando in sé, in un silenzio fatto di serenità e adorazione, il mistero del Dio incarnato. Ma Giuseppe capisce che Maria attende un bambino.
La giustizia di San Giuseppe
Non che tema il tradimento o l’oltraggio, avendo da tempo capito chi fosse la sua umile e casta sposa Maria. Resta il fatto che Maria è incinta. Giuseppe intuisce che dietro c’è la mano di Dio, ma la aver compreso non fornisce la soluzione al dilemma che lo attanaglia: ripudiare pubblicamente Maria significava esporla all’infamia.
Così Giuseppe, colui che la Scrittura chiama «uomo giusto», decide di licenziare Maria in gran segreto e di farsi silenziosamente da parte di fronte al mistero divino custodito dalla sua sposa.
Dio interviene di nuovo
Ma Dio interviene ancora, ci fa sapere sempre Matteo (20, 25), e porta Giuseppe a prendere parte al suo disegno di salvezza: «Mentre però stava pensando a queste cose, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”.
Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi.
Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù».
Così sarà festa di nozze a Nazaret. E Maria e Giuseppe, davanti a Dio solo, saranno i primi protagonisti assieme a Gesù nella storia della salvezza.