Monaco irlandese, San Colombano visse tra VI e VII secolo diventò missionario seguendo l’ideale ascetico della “peregrinatio pro Christo“.
San Colombano è considerato il più noto irlandese dei primi secoli del Medioevo. Data l’ attività missionaria che ha svolto in diversi Paesi in Europa è considerato un santo europeo.
Nato a Monte Leinster intorno al 540 da una agiata famiglia, fu istruito con precettori come si usava nei ranghi nobiliari. Quando aveva 15 anni una monaca lo indirizzò ad intraprendere la vita religiosa e lui lasciò la casa paterna e si ritirò nel monastero di Clain – Inis.
Studiò la Sacra Scrittura e le opere dei Padri della Chiesa. In seguito, poiché le frequenti visite di parenti e amici lo distoglievano dallo studio si trasferì nel monastero di Bangor e lì apprese l’ideale ascetico che si viveva in quel luogo.
Si trattava di un ascetismo che però non poneva la ricerca della solitudine come elemento primario, ma si caratteerizzava per una spiccata spinta missionaria, definita con l’espressione “peregrinatio pro Christo“.
Lo spirito missionario dell’abate Colombano
Andare ad evangelizzare era quello che infatti Colombano iniziò a fare. Nel 588 sbarcò in Gallia con dodici monaci e fondò un monastero presso Annegray, un’antica fortezza all’interno di un bosco.
Diventato abate di quello e di altri due monasteri Colombano si ritirò in una grotta per scrivere la regola. Lì ebbe l’incontro con l’orso che l’iconografia ha immortalato in molte opere. Sembra che a sera gli si avvicinò un orso, ma i due si guardarono nell’occhio e l’animale non lo considerò una preda, ma lo lasciò in pace.
Compose la Regola dei monaci e la Regola domestica. Erano regole molto esigenti, austere e con tratti di severità.
La controversia con la regina Brunechilde e l’esilio
Colombano era un abate molto rispettato. Gli venne chiesto di risolvere un problema che riguardava la casa regnante. Il re Teodorico conduceva una vita dissoluta perché la madre Brunechilde non gli permetteva di sposarsi per non perdere il suo potere di regina madre.
Il vescovo di Vienna chiese a Colombano di benedire i figli illegittimi del re per legittimare la situazione esistente. Ma lui si rifiutò e la regina Brunechilde si indispettì e mise al bando il monastero di Colombano e i suoi monaci.
L’abate fu costretto a lasciare quella terra e si recò a Roma. Durante il tragitto si ferò a Bregenz e gli fu offerta una chiesa nei pressi del Lago di Costanza. Rimase, fondò un monastero e operò una profonda attività di evangelizzazione di quei luoghi.
Aveva in cuore però di andare a Roma e riprese il viaggio. Arrivato nei pressi di Piacenza, a Bobbio, si stabilì e fondò un altro monastero che in seguitò ospitò un’imponente biblioteca tra le più grandi d’Italia.
La fama di santità e gli insegnamenti
La sua fama di santità era forte quando era ancora in vita. Era considerato un taumaturgo e molte persone andavano da lui per chiedere aiuti spirituali e materiali.
Il 23 novembre 615 morì e fu sepolto nella cripta della basilica che gli fu dedicata. È patrono di Piacenza. Nell’abbazia di San Colombano a Bobbio è conservata parte del teschio del Santo e alcuni utensili, la tazza e il coltello, che gli appartenevano.
Facevano parte delle Regole e quindi della sua spiritualità atteggiamenti come il disprezzo dei beni terreni, il ripudio della vanità, la ricerca di castità, obbedienza, preghiera e la mortificazione di orgoglio e superbia.
Il digiuno e la penitenza erano gli strimenti atti ad un elevazione spirituale che era il suo obiettivo costante.
Tra i suoi insegnamenti restano queste sue importanti parole: “Se l’uomo userà rettamente di quelle facoltà che Dio ha concesso alla sua anima allora sarà simile a Dio. Ricordiamoci che gli dobbiamo restituire tutti quei doni che egli ha depositato in noi quando eravamo nella condizione originaria. Ce ne ha insegnato il modo con i suoi comandamenti. Il primo di essi è quello di amare il Signore con tutto il cuore, perché egli per primo ci ha amato, fin dall’inizio dei tempi, prima ancora che noi venissimo alla luce di questo mondo“.
Preghiera di San Colombano
O Signore Iddio,
sradicate, estirpate dalla mia anima
tutto ciò che il nemico vi ha piantato.
Togliete dal mio cuore e dalle mie labbra
tutta l’iniquità, datemi l’intelligenza
e l’abitudine del bene, affinché in opere e verità
io non serva che Voi solo: io sappia compiere
i precetti del Cristo e cercare Voi, o mio Dio!
Accordatemi la memoria, la carità, la fede.
Signore operate in me il bene e
donatemi ciò che Voi giudicate essermi utile.
Amen