Oggi la Chiesa celebra l’Apostolo Bartolomeo, mite e pensoso israelita chiamato dal Maestro che lo aveva intravisto all’ombra di un fico.
Bartolomeo è un nome per metà ebraico e metà greco: significa «figlio di Tolomeo». Così viene chiamato nei tre vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca) e anche negli Atti degli apostoli.
Il vangelo di Giovanni, invece, al suo posto fa il nome di Natanaele. Si tratta con ogni evidenza della stessa figura, per cui il vero nome dell’apostolo sarebbe Natanaele-Bartolomeo.
Come emerge dai vangeli, è l’amico Filippo a presentare il Messia a Natanaele: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i profeti, Gesù di Nazaret». Davanti alla rivelazione dell’amico, Natanaele risponde con una certa sufficienza: «Può mai venire qualcosa di buono da Nazaret?».
Da notare che Natanaele era di Cana, lontano una quindicina di chilometri da Nazaret, e come spesso capita tra gli abitanti dei due villaggi vicini non doveva correre evidentemente buon sangue.
La chiamata di Gesù
Ma Filippo insiste e gli propone di sperimentare coi suoi occhi la verità del suo annuncio: «Vieni e vedi». Proprio in quel momento Gesù, che era lì nelle vicinanze, si fa incontro ai due e da lontano, mentre si sta avvicinando, apostrofa così Natanaele: «Ecco un israelita in cui non v’è falsità». Natanaele, visibilmente sorpreso, replica: «Come mi conosci?». Il Salvatore gli risponde: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico».
Rimane un mistero cosa stesse facendo Natanaele al riparo della pigra ombra del fico. Ma quel che conta è che la parola di Gesù aveva fatto breccia nel suo cuore, accendendo la fede di un uomo fedele, semplice e entusiasta come Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re di Israele!». «Perché ti ho detto che ti ho visto sotto il fico, credi? — lo riprende bonariamente il Divino Maestro —. Vedrai cose maggiori di queste!».
Il martirio di San Bartolomeo
Natanaele-Bartolomeo sarà infatti testimoni dei miracoli di Gesù, della sua passione, morte e resurrezione. E come gli altri apostoli si farà annunciatore della buona novella dopo aver ricevuto lo Spirito Santo nel giorno di Pentecoste.
La tradizione vuole che la morte dell’apostolo sia legata a un episodio di feroce violenza. Si narra infatti che dopo la Pentecoste sia approdato missionario in Armenia, riuscendo a convertire alla fede in Cristo Gesù il re Polimio e sua moglie, oltre a dodici intere città armene. Ma il fratello del re, il crudele Astiage, si irritò per quanto accaduto e ordinò di catturarlo e di farlo scorticare vivo e poi di decapitarlo o di crocifiggerlo.