San Fedele da Sigmaringen, predicatore mite, intransigente solo con sé stesso, è ricordato come primo martire cappuccino.
Morirà da martire perdonando i carnefici che lo avevano attirato in una trappola con l’inganno.
Dotto filosofo e giurista che prestava servizio presso il conte di Hohenzollern-Sigmaringen, Marco Rov era nato a Sigmaringen (Germania) nel 1578. Il suo signore lo nomina consigliere di reggenza nell’Alta Alsazia. Ma nel 1616 arriva la clamorosa rinuncia. Marco accantona la prospettiva di una luminosissima carriera. E per cosa? Per farsi cappuccino a Friburgo.
Preso il nome religioso di Fedele da Sigmaringen, in breve tempo diventa famoso per l’austerità e l’eloquenza. Frate Fedele sarà superiore di molti conventi, tra cui anche del convento dell’altra città di nome Friburgo, in Svizzera.
Nel 1622 la Commissione pontificia (che diventerà poi la Congregazione De Propaganda Fide) lo sceglie per metterlo alla testa di una missione nel grande territorio della Mitteleuropa noto allora come Valle dei Prati. L’obiettivo è quello di cercare di arginare l’eresia luterana che allora dilagava.
Il mite cappuccino, intransigente solo con se stesso, cerca di ricomporre le fratture invitando i fedeli all’unità religiosa e alla concordia politica.
Frate Fedele, tra le altre cose, riuscirà a ricondurre alla fede cattolica il conte Rodolfo de Salis e a ottenere dal governatore Baldirone un editto favorevole ai cattolici. Ma la situazione ormai è troppo compromessa.
Allarmati dalla sua opera e credendolo un pericoloso emissario imperiale, i protestanti corrono ai ripari. Non riuscendo però a contrastarlo sul terreno della controversia dottrinale, dove Fedele mostra tutta la sua abilità. si guardano bene dal disputare in pubblico con lui.
Organizzano così una congiura per sbarazzarsi dello scomodo frate cappuccino. Si recano così da lui, fingendo di essere disposti a convertirsi al cattolicesimo. Lo convincono poi a seguirli nella chiesa del loro villaggio, a Cruch. Non che il frate si fidi di loro, ma non volendo rinunciare a salvare delle anime accetta l’invito.
Quando entra in chiesa trova sul pulpito un biglietto dove si legge: «Questa è la tua ultima predica». Davanti a quel chiaro avvertimento, frate Fedele non si tira indietro e vuole parlare lo stesso. A quel punto i luterani cominciano a bersagliarlo con colpi di archibugio, poi venticinque dei loro si scagliano su di lui per finirlo con spade e mazze ferrate. Il suo corpo viene poi barbaramente smembrato.
Morendo, pronuncia parole di perdono per i suoi carnefici. È ricordato come il primo martire dei Cappuccini. Il suo martirio commuoverà anche i contendenti più accaniti, affrettando la pacificazione degli animi.
Dio, che nella propagazione della fede ti sei degnato decorare della palma del martirio e di gloriosi miracoli il beato Fedele, deh! per i suoi meriti ed intercessione, confermaci così nella fede e nella carità, che meritiamo d’essere trovati fedeli nel tuo servizio fino alla morte.
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