La breve vita del piccolo Nelson Santana è una catechesi vivente sul profondo significato del dolore umano unito alle sofferenze di Gesù.
Così si lasciò plasmare dalla grazia di Dio, trasformando una terribile malattia, in un esempio di quella gioia che si irradia dall’incontro di un’anima aperta all’azione della grazia con il Signore Gesù.
La breve esistenza terrena del Servo di Dio fu lineare, trasparente, aperta a Dio e al prossimo. Plasmato dalla grazia, divenne un esempio della gioia che si irradia dall’incontro con Gesù in un’anima disponibile alla grazia.
Nelson Santana nasce il 31 luglio 1955 a Ibitinga (Stato di São Paulo) in Brasile. È il terzo figlio di João Joaquim Santana e Ocrécia Aparecida Santana, venuto al mondo in una famiglia contadina e di profonda fede cristiana.
La scoperta della malattia
Nel 1964 mentre sta giocando con uno dei suoi fratellini, cade per terra e si fa male al braccio sinistro. Sembra un incidente da nulla. Ma passano alcun giorni e papà e mamma si accorgono che il piccolo Nelson ha difficoltà a muovere il braccio dolorante.
La diagnosi è terribile: Nelson ha un osteosarcoma al braccio sinistro. Motivo per il quale viene subito ricoverato nella Casa de Misericórdia ad Araquara, dove fa conoscenza di Suor Genarina Gecchele, Apostola del Sacro Cuore di Gesù, religiosa italiana che prende particolarmente a cuore il piccolo Nelson e si dedica, oltre che alla cura del suo corpo, anche a quella della sua anima attraverso l’educazione cristiana. Si incarica così di prepararlo a ricevere la Prima Comunione, il 15 giugno 1964.
Comunione quotidiana
Da quel giorno Nelson chiede di andare a pregare nella cappella del reparto e manifesta il desidero di comunicarsi tutti i giorni. Ad appena nove anni Nelson, che durante la degenza si guadagna la simpatia di tutti, si rivela capace di cogliere il significato della sofferenza del Signore. Al punto che nessuno lo sente mai lamentarsi, è lui anzi a sostenere gli altri. Un giorno la mamma si sente dire dal figlioletto: «Prometti a Gesù di non lamentarti di fronte alla sofferenza e al dolore».
Non si tratta delle fantasie di un bambino, ma di una realtà che lui per primo sperimenta e testimonia. I dolori aumentano e l’aggravarsi della malattia rende necessaria l’amputazione del braccio. Quando suo Gennarina gli comunica la notizia lui risponde con queste parole: «Ha detto che il dolore è molto importante per aumentare il vero amore e mantenere coraggiosamente l’amore già conquistato».
Una via crucis vissuta in unione con Cristo
Da lì in avanti la sua vita si trasforma in un calvario vissuto in lunga e intensa preghiera, in unione con le sofferenze di Gesù. E quando non è più in grado di camminare si fa portare nella cappella dell’ospedale dove sosta a lungo per stare fisicamente più vicino a Gesù presente nel tabernacolo. Poco prima di morire a nove anni e cinque mesi, alla viglia di Natale, il 24 dicembre 1964, riceva l’ultima volta la Comunione.
Il 6 aprile 2019 papa Francesco autorizza la promulgazione del decreto con cui Nelson Santana viene dichiarato Venerabile.