Terziaria francescana e infermiera, dedicherà la sua vita a servire Cristo sofferente nei malati.
Alimentava la sua carità verso i sofferenti con la preghiera e l’Eucarestia. Il suo atteggiamento verso i malati è racchiuso in una bellissima frase che era solita dire mentre curava le loro ferite.
L’incontro con la spiritualità francescana
La Venerabile Serva di Dio Antonia Lesino nasce l’11 ottobre 1897 a Milano in una famiglia di profonda fede cristiana. È il 1925 quando comincia a frequentare la chiesa francescana di Sant’Angelo, dove tra i frati incontra due fratelli sacerdoti. Il primo è padre Arcangelo Mazzotti, che sarebbe diventato arcivescovo di Sassari, il secondo è il Servo di Dio Ireneo Mazzotti che invece diventerà il suo padre spirituale.
La sua vicinanza a questi due frati e sacerdoti francescani si rivelerà decisiva per il suo cammino spirituale. Infatti il 14 giugno 1925, Antonia Lesino, conquistata dalla spiritualità serafica, diventa terziaria francescana e assume il nome di Chiara. Circa un anno dopo, l’11 luglio 1926, dopo aver compiuto l’anno di noviziato emette la professione.
Entra nella Piccola Famiglia Francescana
La futura Serva di Dio sente forte la chiamata alla vita monastica. Ma non può abbandonare la madre malata. Così il 26 dicembre 1935 fa il suo ingresso nella Piccola Famiglia Francescana, un istituto secolare fondato nel 1929 dal suo padre spirituale, il frate francescano Ireneo Mazzotti. Nel 1941, dopo aver ottenuto il diploma da infermiera, comincia a mettersi al servizio dei malati e dei sofferenti. Un anno prima, fino al 1942, aveva iniziato anche a svolgere il compito di maestra delle novizie della Piccola Famiglia Francescana.
Alla morte della madre abbraccia il desiderio coltivata fin dalla gioventù e entra finalmente Monastero delle Clarisse di Trevi. È il 5 maggio 1943. Pochi mesi dopo, il 18 settembre 1947, emette la professione dei voti semplici. Esercita prevalentemente l’ufficio di questuante fino a quando, nel 1950, viene ricoverata all’Ospedale Maggiore di Milano. Consigliata dal suo padre spirituale e col consenso della Superiora non fa ritorno in Monastero ma rientra nella Piccola Famiglia Francescana, nel Cenacolo francescano “Maria Assunta” di Ome (Brescia), la casa madre dell’istituto.
Muore a Brescia il 24 febbraio 1962, falciata da un’automobile mentre è impegnata ad attraversare le strisce pedonali. Antonia Lesino ha vissuto in maniera eroica la virtù della fede, da lei alimentata attraverso la preghiera. Quando si occupava di curare una ferita, era solita dire: «so di medicare Gesù».
Una spiritualità fatta di contemplazione e azione
Davanti alle difficoltà della vita si rivolgeva a Gesù Eucarestia, sapendo di trovare lì i rimedi per affrontare e superare gli ostacoli. Di Dio parlava ogni volta che le era possibile diffondendo lo spirito di fede in ogni circostanza utile.
Altra virtù vissuta in pienezza dalla Serva di Dio è stata la speranza, che le permetteva di affrontare con serenità le avversità infondendo coraggio e fermezza a chi le stava vicino. Fiduciosa in Dio, era fermamente convinta che tutto passa a questo mondo e che la vita non è altro che un cammino che sfocia nell’eternità. Amava Dio odiando e fuggendo i peccati, anche quelli veniali, cercando di fare sempre la Sua volontà. Il suo amore per Cristo era la fonte del suo amore per il prossimo. Soffriva sapendo che i peccatori offendevano il Signore e pregava per loro. Assisteva soprattutto gli infermi, nei quali vedeva la presenza di Cristo, dedicandosi a loro con dolcezza, professionalità e pazienza.
Papa Francesco la dichiarerà Venerabile il 22 maggio 2021.