Sacerdote dell’Ordine Libanese Maronita, taumaturgo, la sua fama è legata ai numerosi miracoli attribuitigli dopo la sua morte.
Incentrò la sua esistenza alla ricerca di un’austera solitudine e di un’alta perfezione. Si ritirò in Libano in un eremo, dove servì Dio giorno e notte in sobrietà, con digiuni e preghiere, giungendo il 24 dicembre a morire nel nome del Signore.
In questo ventiquattresimo giorno del mese di luglio, la chiesa venera San Charbel. Youssef Antoun (in italiano, Giuseppe Antonio) Makhlouf nacque in Libano, nel 1828. E’ definito il “Padre Pio” del Libano, taumaturgo, la sua fama è legata ai numerosi miracoli attribuitigli dopo la sua morte.
A 22 anni, senza informare nessuno della sua vocazione, si recò al monastero di “Nostra Signora di Mayfouq”, dove si ritirò in preghiera ed entrò in noviziato scegliendo il nome di Charbel, che significa “storia di Dio”.
Trasferitosi al monastero di San Marone, ad Annaya, emise i voti perpetui nel 1853. Dopo essere stato ordinato sacerdote, Charbel fu rimandato dai suoi superiori al monastero di Annaya. Qui maturò in lui la volontà di ritirarsi in totale solitudine e di vivere in un eremo, permesso che gli fu accordato.
Il 16 dicembre 1898, mentre celebrava la Messa, fu colpito da apoplessia: morì dopo otto giorni di agonia, il 24 dicembre.
O grande taumaturgo San Charbel, che hai trascorso la vita in solitudine in un eremo umile e nascosto, rinunciando al mondo e ai suoi vani piaceri, e ora regni nella gloria dei Santi, nello splendore della Santissima Trinità, intercedi per noi.
Illuminaci mente e cuore, aumenta la nostra fede e fortifica la nostra volontà.
Accresci il nostro amore verso Dio e verso il prossimo.
Aiutaci a fare il bene e ad evitare il male.
Difendici dai nemici visibili e invisibili e soccorrici per tutta la nostra vita.
Tu che compi prodigi per chi ti invoca e ottieni la guarigione di innumerevoli mali e la soluzione di problemi senza umana speranza, guardaci con pietà e, se è conforme al divino volere e al nostro maggior bene, ottienici da Dio la grazia che imploriamo…, ma soprattutto aiutaci ad imitare la tua vita santa e virtuosa. Amen.
Pater, Ave, Gloria
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ROSALIA GIGLIANO
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