Oggi 24 marzo: San Oscar Romero. Ucciso sull’altare durante la Messa per aver denunciato i crimini di Stato

Vescovo e martire, unisce il sangue del suo martirio a quello di Cristo. Denuncerà i crimini della dittatura militare e pagherà col sangue la sua coraggiosa testimonianza.

Amico dei poveri e degli indifesi, difenderà con altrettanto coraggio le vite inermi dei bambini dalla minaccia dell’aborto.

Santo del 24 marzo: San Oscar Romero
San Oscar Romero (24 marzo) – photo web source

Óscar Arnulfo Romero nasce il il 15 marzo 1917 a Ciudad Barrios, nello Stato di El Salvador. A 12 anni diventa apprendista falegname, ma il suo cuore arde dal desiderio di diventare sacerdote. Nel 1937 entra così nel Seminario maggiore di San José de la Montaña. Successivamente prosegue gli studi a Roma, dove il 4 aprile 1942 viene ordinato sacerdote.

Dopo l’ordinazione ritorna in patria. Ha quasi sessant’anni quando a sorpresa, nel 1977, diventa Arcivescovo di San Salvador. Si trova così a dover affrontare la dittatura governativa che opprime e sfrutta il popolo. Romero non tace davanti alle sanguinose persecuzioni e ai delitti degli squadroni della morte che uccidono poveri, contadini e preti impegnati. Viene assassinato anche il padre gesuita Rutilio Grande, suo grande amico.

Difensore dei diritti degli oppressi

I proprietari terrieri cercano di comprarselo offrendogli sontuosi palazzi e lussuose macchine. Lui in risposta rifiuta di partecipare alla cerimonia di insediamento del dittatore e istituisce una Commissione per la difesa dei diritti umani. Inoltre denuncia, in memorabili quanto affollate messe, i crimini di Stato.

E così lui, che era considerato un conservatore per la sua vicinanza all’Opus Dei e la sua forte spiritualità, si vede bollare da destra come “sovversivo” e “comunista” per le sue coraggiose denunce. Finito ormai nel mirino del regime, Romero sa di rischiare la vita. «Non ho la vocazione di martire», confida. Ma al tempo stesso è convinto che «uno non deve mai amarsi al punto da evitare ogni possibile rischio di morte che la storia gli pone davanti. Chi cerca in tutti i modi di evitare un simile pericolo, ha già perso la propria vita».

Il vescovo che non sentiva la vocazione al martirio verrà martirizzato. Il giorno prima di morire, durante la sua ultima predica in cattedrale, lancia un appello: «Nel nome di Dio e del popolo che soffre vi supplico, vi prego, e in nome di Dio vi ordino, cessi repressione!».

Santo del 24 marzo: San Oscar Romero
La tomba di San Oscar Romero nella cripta della Cattedrale Metropolitana di San Salvador – photo web source

Martirio nella cappella dell’ospedale

Il tardo pomeriggio del 24 marzo 1980, quando Romero sta celebrando nella cappella dell’ospedale, un sicario si intrufola e apre il fuoco su di lui. L’assassino mira al cuore, proprio mentre il vescovo sta alzando il calice al momento dell’offertorio. Quando i proiettili lo raggiungono ha appena finito di dire: «Che questo corpo immolato e questo sangue sacrificato per gli uomini ci spinga a dare anche il nostro corpo e il nostro sangue al dolore e alla sofferenza come Cristo; non per noi stessi ma per dare al nostro popolo frutti di giustizia e di pace».

Oscar Romero unisce così il sangue del suo martirio a quello del sacrificio di Cristo. Dona la sua vita da martire, non da rivoluzionario. Muore da pastore della Chiesa di Cristo, al servizio del Vangelo e dei poveri.

Papa Francesco lo canonizzerà il 14 ottobre 2018, quando il vescovo martire di El Salvador diventerà ufficialmente «San Romero delle Americhe», come già da tempo veniva invocato dai fedeli.

Santo del 24 marzo: San Oscar Romero
La Chiesa della Divina Provvidenza, dove l’Arcivescovo Romero è stato ucciso durante la Messa il 24 marzo 1980 – photo web source

San Romero, difensore dei poveri e dei bambini abortiti

Oggi la Chiesa celebra anche Santa Caterina di Svezia, protettrice dall’aborto. San Oscar Romero era uno che i poveri e i deboli li amava davvero, a differenza di certi “progressisti” al caviale. Perciò non farà mai sconti sull’indicibile infamia dell’aborto, la vergogna di nazioni che si dicono “progredite” e “civilizzate”, la barbara pratica che fa strage delle creature più inermi: i bambini.

Cosa ne pensasse Romero dell’aborto emerge da un dettagliato articolo apparso sul sito Terre d’America a firma di Carlos Colorado: Romero e l’aborto. Una pratica per “castrare” il popolo. La sostanza è che in più occasioni il vescovo salvadoregno denuncerà la piaga dell’aborto, respingendo con decisione la menzogna secondo cui l’aborto offrirebbe sollievo alla situazione dei poveri. Per lui anzi l’aborto è una forma di oppressione strutturale del popolo. Di più: rappresenta un potenziale – e micidiale – pericolo per chiunque versi in una condizione di debolezza.

Santo del 24 marzo: San Oscar Romero
San Oscar Romero (24 marzo) – photo web source

Nessuno sconto sulla difesa della vita umana

Il 9 ottobre 1977 si lancia addirittura in un paragone con la dottrina hitleriana e avverte: «Fratelli, la teoria già utilizzata da Hitler e dal suo sistema in Germania di eliminare ogni essere inutile sta arrivando tra noi». Per poi aggiungere: «Se un feto che è già vita umana nel ventre di una donna è di ostacolo, anche un vecchio lo è quando non c’è alcun senso di carità in una casa. Non è nient’altro che una conclusione logica. Se l’aborto è logico, questo processo di eliminazione è logico».

«La morale della vita che inizia nelle viscere di una donna, la fedeltà del matrimonio, sono antichi e sono nuovi», ribadisce il 7 gennaio 1979. «E la Chiesa deve difenderli anche quando, per farlo, deve perdere gli applausi e deve soffrire gli attacchi del pubblico».

Romero tornerà sull’argomento qualche mese dopo, nell’omelia del 18 marzo 1979, definendo l’aborto, tra le altre cose, un «immenso mare di ignominia che uccide anche nelle viscere della madre» oltre che un «crimine abominevole».

Parole di un profeta, di un santo che testimoniò a prezzo della vita da che parte debba stare un cristiano: inevitabilmente da quella degli ultimi, dei deboli, degli indifesi. Ancora oggi El Salvador – forse anche per merito dell’eredità spirituale di questo martire – ha una delle legislazioni pro-life più rigorose al mondo.

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