Il 24 settembre si commemora Santa Maria della Mercede, titolo attribuito alla Madonna, fonte della grazia di liberare dalla schiavitù, dopo una visione di San Pietro Nolasco.
Sono tanti i titoli che vengono attribuiti alla Beata Vergine Maria e con i quali è venerata: tra di essi c’è quello di Santa Maria della Mercede, che si ricorda oggi 24 settembre.
Il titolo ha origine a seguito di una visione che ebbe San Pietro Nolasco nel 1218. È strettamente legato alle vicende che spinsero questo santo a fondare l’Ordine della Mercede. In Spagna, i cristiani erano stati sottomessi dai Mori e ridotti in schiavitù.
Pietro Nolasco era un mercante che con il pagamento di molti denari era riuscito a riscattare inizialmente 300 schiavi. Con l’aiuto di altri aveva proseguito quest’opera di liberazione riscattandone ancora di anno in anno, finché non avvenne un evento straordinario.
Oggi 24 settembre: Santa Maria della Mercede
Nella notte tra l’1 e il 2 agosto 1218 Pietro Nolasco ebbe una visione della Madonna che lo incoraggiava a proseguire la sua opera e a fondare un ordine con lo scopo di dedicarsi alle opere di misericordia e alla liberazione degli schiavi.
Nacque così l’Ordine della Mercede e i Mercedari si impegnavano a riscattare gli schiavi. Accadeva anche che se la cifra di cui disponevano non era sufficiente a liberare uno schiavo si sostituivano a loro. In Aragona e in Catalogna quindi la Madonna iniziò ad essere venerata con il titolo di Santa Maria della Mercede.
Il termine “mercede” nella lingua spagnola è “merced” che deriva dal latino “merces” e sta ad indicare il prezzo, la cifra, la ricompensa. Questa è intesa anche in senso di dono, perciò con la componente della gratuità e per questo si riconduce al concetto di grazia.
Santa Maria della Mercede è identificata così anche come Nostra Signora della grazia gratuita, con riferimento anche al concetto di misericordia.
La liberazione da tutte le forme di schiavitù
Per rispondere alla precisa richiesta della Madonna, dunque, San Pietro Nolasco fondò l’Ordine dei Mercedari chiamato anche Ordine Religioso Redentore, costituendolo nella Cattedrale di Santa Croce a Barcellona.
L’Ordine seguiva la Regola di Sant’Agostino e indossava un abito di lana bianco in onore all’Immacolata. Nel 1235 fu fondato anche il Terz’Ordine della Mercede. Nell’opera di liberazione dei cristiani dalla schiavitù dei Mori Nolasco fu aiutato da Re Giacomo I il Conquistatore il quale gli donò un vecchio ospedale che divenne il convento.
Nel convento venivano ospitati gli schiavi liberati e veniva raccolto il denaro donato dai benefattori per liberarne altri. La missione si spinse anche in terra araba dove i Mercedari compirono ardue e pericolose imprese per liberare sempre più schiavi.
Le spedizioni erano molto rischiose, c’erano i pirati che attraversavano il Mediterraneo, erano frequenti i naufragi e spesso gli arabi tendevano degli agguati e dopo aver preso il denaro imprigionavano anche i Mercedari chiedendo altri soldi per il riscatto. Molti Mercedari perdevano la vita in queste imprese.
L’Ordine fu approvato da papa Gregorio IX il 17 gennaio 1235 ed è ancora presente. Con il passare del tempo e la fine della schiavitù rimase e se l’obiettivo non era più liberare gli schiavi da una condizione schiavistica, il concetto di schiavitù si estese a tutte le forme di sottomissione al male.
Il culto e l’iconografia
Dalla Spagna il culto a Santa Maria della Mercede si diffuse in Francia e in Italia e dopo la scoperta dell’America la sua propagazione su ben più estesa spingendosi nel Nuovo Continente. La Chiesa ha voluto valorizzare questo titolo prettamente mariano, stabilendo un ricordo particolare nella liturgia fissandone la memoria in questa data.
L’iconografia rappresenta spesso Santa Maria della Mercede con il Bambino Gesù in braccio, vestita con la tunica, lo scapolare e il mantello bianchi dell’Ordine. A volte in mano porta l’abitino della Mercede, ovvero un piccolo scapolare con lo stemma dell’Ordine, ma spesso è raffigurata anche con le catene a ricordare gli schiavi liberati.