San Marco, discepolo degli apostoli, riporta la buona novella. Fu discepolo dei primi apostoli e morì martire dopo aver scritto ciò che gli era stato descritto da Pietro.
Si conosce la figura di San Marco da quanto è riportato dagli Atti degli Apostoli e alcune lettere di San Pietro e di San Paolo. Alcuni studiosi affermano che non ha conosciuto direttamente Gesù, altri sostengono che era figlio di una benestante vedova che metteva a servizio degli apostoli la sua casa a Gerusalemme, vicino all’orto degli Ulivi.
Fu lì che avvenne l’Ultima Cena e Marco viene identificato con il ragazzo che, secondo il suo stesso Vangelo, seguì Gesù dopo l’arresto nell’orto del Getsemani, avvolto in un lenzuolo. Quando i soldati cercarono di afferrarlo lui sfuggì nudo, lasciando il lenzuolo nelle loro mani. È certo che Marco fosse tra i primi ad esser stati battezzati da Pietro per cui era anche un figlio spirituale.
L’evangelista Marco scrisse il Vangelo su diretta esortazione dei primi cristiani di Roma, che erano attratti dagli insegnamenti di san Pietro. Questo è quanto afferma la Storia Ecclesiastica di Eusebio di Cesarea, che afferma che i cristiani romani “con ogni sorta di preghiere supplicarono Marco, di cui ci è giunto il Vangelo, e che era seguace di Pietro, di lasciare una relazione scritta dell’insegnamento loro trasmesso“.
Marco infatti era un fedele interprete di Pietro. Cronologicamente il suo Vangelo è il secondo dopo quello di Matteo scritto intorno al 40 e a quello di Luca che è del periodo intorno al 62, collocandosi perciò tra i due tra il 50 e il 60. In quel periodo Marco di trovava a Roma al seguito di Pietro.
I 16 capitoli del Vangelo di Marco seguono uno schema semplice. Si parte dalla predicazione del Battista, si narra il ministero di Gesù in Galilea, il cammino verso Gerusalemme e l’ingresso solenne nella città. Poi c’è il racconto della Passione, Morte e Resurrezione. La scrittura è sciolta e scorrevole, e il tema su cui si sofferma maggiormente è la proclamazione di Gesù come Figlio di Dio, rivelato dal Padre, riconosciuto anche dai demoni, rifiutato e contraddetto dalle folle, dai capi, dai discepoli.
Il simbolo di Marco è il leone alato principalmente perché il suo è il Vangelo in cui Cristo profetizza più volte la propria Risurrezione che è rappresentata simbolicamente dalla fortezza del leone.
Sembra che Marco seguì gli apostoli fin dal loro primo viaggio apostolico fino a Cipro. Poi però ma quando volevano andare verso Antiochia, Marco rinunciò per paura dalle difficoltà e se ne tornò a Gerusalemme. Successivamente però, cinque anni dopo tornò a seguirli e si mise al seguito di Paolo.
Diventò un fedele collaboratore sia di Pietro che di Paolo e li seguì fino a Roma. Assistette al martirio di Paolo e poi rimase con Pietro. Scrisse il Vangelo, seguendo la narrazione di quest’ultimo senza elaborarla e riadattarla. Un’antica tradizione afferma che Pietro mandò Marco ad evangelizzare presso Alessandria d’Egitto dove fondò la prima chiesa e ne divenne il vescovo.
Proprio in quella zona fu catturato e imprigionato. Torturato e messo a morte morì il 25 aprile del 72 all’età di 57 anni. Le sue reliquie erano conservate nella chiesa costruita al Canopo di Alessandria, che poi fu incendiata dagli arabi nel 644. Nell’828 circa, due mercanti veneziani, Buono da Malamocco e Rustico da Torcello, approdati lì s’impadronirono delle reliquie dell’Evangelista e le portarono a Venezia.
Lì fu costruita la grande basilica in suo onore, che fu terminata nell’832. San Marco diventò patrono della Serenissima e si narra di un prodigio che avvenne quando nel 1094 la basilica fu consacrata. Quel giorno il marmo di rivestimento di un pilastro della navata destra si spezzò improvvisamente e di lato all’ambone comparve la cassetta in cui erano contenute le reliquie del Santo da cui emanava un buonissimo profumo.
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