Monaca carmelitana di nobile origine, Santa Maria Maddalena de’ Pazzi visse un’intensa vita mistica e si adoperò con lettere e preghiere per il rinnovamento della Chiesa.
Voleva rinnovare la Chiesa del suo tempo innestandosi nell’opera di cambiamento e trasformazione operata dal Concilio di Trento: Santa Maria Maddalena de’ Pazzi è una figura di donna che ha vissuto la fede con grandi doni mistici.
Nacque il 2 aprile 1566 a Firenze nella potente casata de’ Pazzi con il nome di Caterina Lucrezia. Fin da bambina avvertiva un’attrazine per un rapporto intimo e profondo con il Signore. All’età di 16 anni entrò nel Monastero carmelitano di Santa Maria degli Angeli e prese il nome di Maria Maddalena. Dal maggio 1584, nei primi anni della sua vita monastica si ammalò di una misteriosa malattia che le impediva si stare in posizione supina. Rimaneva sempre seduta ed è così in un letto che pronunciò i voti davanto ad un altare della Vergine Maria.
Il mistico combattimento spirituale e il rinnovamento della Chiesa
Già da quel periodo Santa Maria Maddalena de’ Pazzi ricevette doni mistici e le sue consorelle annotavano le sue esperienze in manoscritti che raggiunsero il numero di vari volumi. Tra questi c’è quello intitolato I quaranta giorni, scritto nel 1584 e I colloqui, e Revelationi e intelligentie composti nell’anno successivo.
La monaca esortava a ricambiare l’amore di Cristo con una donazione totale di sé e avvertiva fortemente il senso della Passione del Signore. Dal 1586 iniziò per lei un tempo di profonda sofferenza interiore. Come raccontato nel volume dal titolo Probazione, si sentiva come “Daniele nella fossa dei leoni”, viveva una grande lotta spirituale ed era combattuta tra prove e tentazioni.
Accanto a queste tribolazioni, in cui ricevette anche il dono delle stimmate, sviluppava un forte desiderio di operare per il rinnovamento della Chiesa necessario nel suo tempo e già avviato dal Concilio di Trento. Era importante contrastare la tiepidezza di tanti cristiani e per far questo si adoperò a scrivere delle lettere nei momenti di estati. Si tratta di 12 missive, scritte ma forse mai inviate, in cui affermava di scrivere con “per essere sposa e non serva” di Dio esortando e ammonendo tutte le vocazioni ecclesiali ed ecclesiastiche ad una maggiore autenticità di vita all’insegna di una piena aderenza al Vangelo.
Il suo motto: “Venite ad amare l’Amore”
“O Amore dammi tanta voce che chiamando te Amore, io sia sentita dall’Oriente insino al Occidente,
e da tutte le parti del mondo, etiam nell’Inferno, accioché da tutti tu sia conosciuto e amato, amore; […] Amore, amore tu solo penetri e trapassi…se’ cielo e terra, Fuoco et Aria, Sangue e Acqua” recita una sua preghiera di grande intensità.
Dopo il periodo di buio interiore con le prove e il combattimento spirituale vissuto, Maria Maddalena visse un periodo di serenità spirituale dal 1590 in poi. Divenne il punto di riferimento in monastero e si occupava della formazione delle novizie. Le esortava con queste parole che rappresentano il suo motto: “Venite ad amare l’Amore” ponendo una grande attenzione alla centralità della Trinità nella vita spirituale.
In seguito si ammalò di tubercolosi e per 3 anni visse atroci sofferenze che la costrinsero a ritirarsi dalla vita comunitaria attiva. Morì il 25 maggio 1607 all’età di 41 anni. Era grande la sua fama di santità e solo vent’anni dopo, nel 1626 fu beatificata. Successivamente, fu canonizzata nel 1669. Il suo corpo, rimasto incorrotto riposa nel Monastero a lei dedicato, situato nel quartiere Careggi di Firenze.
Anche l’arte le ha reso omaggio: in particolare una delle visioni di questa santa fiorentina è alla base del Sanguis Christi, opera del grande artista Gian Lorenzo Bernini.