Nella festa di oggi la Chiesa celebra l’Annuncio dell’Arcangelo Gabriele a Maria, scelta fra tutte le donne per essere la Madre di Dio.
Il focus dell’Annunciazione è l’Incarnazione del Verbo nel seno purissimo della Vergine Maria, Madre di Dio che col suo fiat accoglie la volontà del Signore.
Quella che celebriamo oggi, venticinquesimo giorno di marzo, è una festa: una solennità per la precisione. Una solennità di straordinaria importanza all’interno della liturgia, dato che celebra il mistero dell’Incarnazione. Ovvero il miracoloso incontro tra divino e umano, tra l’eterno e il tempo.
Proprio dall’episodio evangelico dell’Annunciazione, e dalla devozione per la Vergine Annunziata, molti viva in particolare nel periodo medievale, nasce il nome proprio di Annunziata, coi suoi diminutivi di Nunziatina e Nunzia. Si dice che da Nunzia sia stato ricavato anche il nome (al maschile) di Nunzio che, per altra via, corrisponde alla parola latina nuncius, ossia messaggero.
Annunciazione: l’Incarnazione del Verbo al centro
Prima della riforma liturgica la solennità di oggi veniva chiamata «Annunciazione di Maria». Invece adesso si intitola «Annunciazione del Signore». Una lieve differenza che significa uno spostamento d’accento: dalla Madre di Dio al Figlio di Dio. Questo perché appaia subito chiaro che l’Annunciazione non è una festa prettamente mariana, ma è riferita a una solennità del Signore Gesù. È Cristo, il Verbo di Dio, a incarnarsi in Maria, la fanciulla di Nazaret, città della Galilea. Ed è Dio Padre a prescegliere, come madre del divin Figlio, una giovane israelita.
Maria è la protagonista della scena dell’annuncio dell’Angelo. Ma il protagonista principale del mistero dell’Annunciazione è Gesù, il Signore, che prenderà carne umana nel grembo della Vergine Maria.
Se Maria è Corredentrice, universale mediatrice; Cristo è Redentore, universale sacerdote. Non va dunque confuso il piano della salvezza col suo purissimo strumento: la «serva del Signore».
L’Annunciazione è dunque la festa del Signore Gesù. Nella cui luce si esalta e si staglia anche la figura della Vergine, «umile ed alta più che creatura» che col suo fiat accetta che in lei, umile creatura, sia fatta la volontà di Dio.
Preghiera a Santa Maria Annunziata
O Vergine santa, che l’angelo Gabriele salutò “piena di grazia” e “benedetta tra tutte le donne”, noi adoriamo il mistero ineffabile dell’Incarnazione che Dio ha compiuto in te. L’amore ineffabile che porti al frutto benedetto del tuo seno, ci è garanzia dell’affetto che nutri per noi, per i quali un giorno il Figlio tuo sarà vittima sulla Croce. La tua annunciazione è l’aurora della redenzione e della salvezza nostra. Aiutaci ad aprire il cuore al Sole che sorge e allora il nostro tramonto terreno si muterà in alba immortale. Amen.