Con il Lunedì Santo prosegue la Settimana Santa appena iniziata e la liturgia si concentra sull’episodio di Gesù a Betania.
Dopo il trionfale ingresso a Gesusalemme nella Domenica delle Palme, nel Lunedì Santo, continuando la Settimana considerata la più santa dell’anno, quella in cui si rievoca la Passione, morte e Resurrezione del Signore, i Vangeli ci narrano di Gesù a Betania.
Entrando a Gerusalemme una folla lo ha acclamato re d’Israele e Messia, poi Gesù si è recato a Betania, non lontano dalla città alloggiando da una famiglia di amici. È la famiglia di Lazzaro, che lui aveva resuscitato dai morte, e che vive insieme alle sorelle Marta e Maria. I Vangeli narrano che le due sorelle aspettavano con trepidazione l’arrivo di Gesù e per lui avevano preparato una bella accoglienza.
Nel Vangelo di Giovanni (12, 1-2) viene raccontato che “Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali“.
A questo punto il Vangelo racconta di un gesto molto commovente che vede protagonista Maria. “Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell’unguento”, è scritto in Gv 12, 3.
Nel silenzio di tutti la donna compie questo atto che lascia tutti stupiti. Dietro questo gesto si cela un profondo significato. Sciogliendosi i capelli, gesto che alle donne era considerato molto intimo, Maria vuole esprimere una gratitudine e una devozione totale al Signore. La sua è un’azione di profondo amore che esprime la sua adorazione verso Gesù. L’olio di nardo che usa per ungere i piedi del Signore e asciugarli con i suoi capelli è un unguento molto costoso.
Questo dettaglio infatti suscita la reazione indignata di Giuda che subito lo fa notare. “Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: «Perché quest’olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?»” disse il discepolo, come riporta Gv 12, 4-5. Ma lo stesso Vangelo sottolinea che a Giuda non importava dei poveri, la sua attenzione era dovuta ad avidità economica. “Questo egli disse non perché gl’importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro“, scrive Giovanni (12, 6).
Ma il gesto di Maria è ben compreso da Gesù che subito interviene e dice: “Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me” (Gv 12, 7 – 8) facendo un velato riferimento a ciò che sarebbe accaduto di lì a poco.
L’azione ispirata dall’amore che compie Maria non guarda questioni economiche puramente terrene. L’amore non ha prezzo e l’adorazione al Signore non bada a spese. Nel gesto di Maria c’è il riconoscimento della grandezza del Signore e l’espressione di tutta la gratitudine e la devozione che gli spetta. Un’adorazione che si esprime attraverso la generosità, che non pensa di trattenere per sè. Inoltre rappresenta un’anticipazione di ciò che verrà: la sepoltura che Gesù dovrà avere dopo essere ucciso e per cui in seguito alla crocifissione non era previsto l’uso di un unguento profumato.
La carità verso i bisognosi non viene messa in secondo piano, ma solo viene data la priorità al Signore. Ciò che si evince da questo episodio e dalle parole di Gesù è che senza l’amore verso di Lui non è possibile neppure un vero e profondo amore per il prossimo.
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