Il beato Carlo Gnocchi si dedicò alla cura delle sofferenze dei più piccoli, aiutandoli con amore paterno a dare un senso al dolore innocente.
Ai suoi mutilatini insegnava a offrire le proprie sofferenze in unione a Gesù.
Don Carlo Gnocchi nasce il 25 ottobre 1902 a San Colombano al Lambro, vicino a Lodi, da una umile famiglia. Ultimo di tre fratelli, fa presto esperienza del dolore: il padre Enrico, marmista, gli muore in giovane età per la silicosi. In pochi anni perde anche i due fratelli: Mario (nel 1908) e Andrea (a soli vent’anni nel 1915) a causa della tubercolosi.
A prezzo di grandi sacrifici, mamma Clementina (sarta) riesce a fargli terminare gli studi in Seminario. Donna forte e dalla fede salda, Clementina ha le idee chiare su cosa fare dopo la morte del marito e di due figli: «Due miei figli li hai già presi, Signore. Il terzo te l’offro io, perché tu lo benedica e lo conservi sempre al tuo servizio». Così il 15 giugno 1925 Carlo diventa sacerdote.
Don Carlo è esile d’aspetto, ma dentro di sé custodisce un’anima infuocata. Innamorato di Gesù, dona questo amore ardente ai ragazzi e ai poveri. Ovunque ci siano giovani, lì è presente anche lui.
Il suo unico desiderio: servire i poveri del Signore
Nel frattempo il suo amore per i sofferenti aumenta sempre di più. In particolare dopo lo strazio della campagna di Russia, alla quale don Carlo prende parte nelle vesti di cappellano militare. Dal fronte russo scrive al cugino Mario Biassoni: «Sogno dopo la guerra di potermi dedicare per sempre ad un’opera di Carità, quale che sia, o meglio quale Dio me la vorrà indicare. Desidero e prego dal Signore una sola cosa: servire per tutta la vita i Suoi poveri. Ecco la mia “carriera”».
Nel 1948 dà vira alla Fondazione Pro Infanzia Mutilata, diventata poi Pro Juventute. È la Federazione dei «mutilatini», i piccoli mutilati, pensata per assistere le innocenti vittime della guerra. Al suo fianco sono attivi alcuni sacerdoti e anche l’Opera Don Orione lo aiuta. Così come i Fratelli delle Scuole Cristiane e tanti laici.
Don Carlo Gnocchi è un trascinatore, il suo carisma affascina e attrae. Qualità alle quali aggiunge anche le geniali abilità organizzative che permettono di far crescere le sua opera che adesso non raccoglie solo mutilatini ma anche orfani e ogni genere di emarginati. Muore nel 19i56 per un tumore allo stomaco.
Preghiera al beato Carlo Gnocchi
O Dio, che ci sei Padre,
e in Gesù Cristo ci rendi fratelli,
ti ringraziamo
per il dono di Don Carlo Gnocchi
che la Chiesa venera come Beato.
Donaci
la sua fede profonda,
la sua speranza tenace,
la sua carità ardente,
perché possiamo continuare,
sul suo eroico esempio,
a servire la vita di ogni uomo
«percosso e denudato dal dolore».
Don Carlo ci insegni
a cercarti ogni giorno tra i più fragili,
negli occhi casti dei bimbi,
nel sorriso stanco dei vecchi,
nel crepuscolo dei morenti
per amarti ogni giorno
con «l’inesausto travaglio della scienza,
con le opere dell’umana solidarietà
e nei prodigi della carità soprannaturale».
Amen