San Cleto è tra i primi pontefici della Chiesa, esattamente il terzo: tra le sue opere si ricorda un importante omaggio che ha voluto rendere a san Pietro.

Si ricorda, oggi 26 aprile, san Cleto, terzo pontefice dopo san Pietro. Per molto tempo la sua figura è stata confusa con quella di un altro. In realtà si ipotizzava ci fossero due papi distinti: Cleto e Anacleto. Sia nel Catalogus Liberianus che nel Carmen contra Marciorem si affermava che si trattasse di due diverse persone. Anacleto sarebbe stato un greco, mentre Cleto un romano.
Ci vollero molti anni di ricerche e studi per arrivare ad una conclusione di tutt’altro tipo: entrambi non erano altro che la stessa persona. Il nome Cleto era semplicemente l’abbreviazione di Anacleto. Nella successione cronologica dei pontefici, dopo san Pietro e papa Lino risulta la presenza di papa Cleto.
Santo di oggi 26 aprile: San Cleto papa
Ci fu una disputa per stabilire esattamente la sua identità e si sa che Eusebio di Cesarea, così come sant’Agostinio d’Ippona e sant’Ireneo di Lione propendevano per la tesi che vedeva in Cleto ed Anacleto la stessa persona.
Il Liber Pontificalis è il documento da cui si traggono le informazioni su questo pontefice degli inizi della storia del cristianesimo. A quanto risulta papa Cleto era greco, nato ad Atene e nella sua vita conobbe il dominio di tre imperatori: Flavio Vespasiano, Tito e Domiziano.
Si attesta che il suo pontificato ebbe inizio nell’anno 79 e si concluse con la sua morte nel 92. Non si conoscono le cause della morte e nonostante fosse tempo di persecuzioni ai cristiani sembra che non morì martire. Si sa però che le sue spoglie trovarono sepoltura nei pressi della tomba di san Pietro, esattamente nell’area degli Orti Vaticani.
La memoria per san Pietro
Tra i dati più significativi relativi al pontificato di questo papa risulta la costruzione di una edicola sepolcrale, la cosiddetta “memoria”. Si trattava di un omaggio nei confronti di san Pietro e sorse proprio sul luogo della sepoltura del primo papa, precisamente negli Orti vaticani.
Era situata in un territorio che a quei tempi apparteneva al demanio imperiale ed era costituito da giardini, campi coltivati ma anche da terreni incolti. Non è però l’unica opera per cui papa Cleto viene ricordato. A lui si attribuisce anche una particolare disposizione. È quella che vietava agli uomini di Chiesa di andare in giro con i capelli lunghi: è considerato un primo esempio di quella che in seguito sarebbe stata stabilita e definita come “tonsura ecclesiastica”.
L’eruzione del Vesuvio e il culto
All’inizio del suo pontificato, nel 79, ci fu un’eruzione del vulcano Vesuvio, evento calamitoso che causò la distruzione di Pompei, Ercolano e Stabia. Fu un drammatico accadimento a cui ne seguirono altri di altrettanto tragica portata.
Poco tempo dopo, infatti, a Roma sorse il monumentale edificio dell’Anfiteatro Flavio per i giochi pubblici, che diventò la sede di lotte mortali tra gladiatori e delle atroci torture per i cristiani.
Secondo una tradizione, considerata però prima di fondamento storico, papa Cleto era stato nominato vescovo di Ruvo di Puglia proprio da san Pietro. Sarebbe stato, quindi, il fondatore della diocesi di Ruvo che si trova lungo la Via Traiana. Si trattava di una ricca e fiorente città.