Santo Stefano è stato il primo martire cristiano: il primo a testimoniare col proprio sangue la fede in Gesù Cristo, il Salvatore che ha dato il suo sangue agli uomini.
Così Stefano diventerà il prototipo di tutti i cristiani che testimonieranno col sangue la verità della loro fede. Un modello per i cristiani nelle persecuzioni patite dalla Chiesa, per
propria vita, per quelle che sarebbero venute e per quelle che ancora verranno.
Stefano, il primo a testimoniare col dono della sua vita la fede nella vita eterna, ha meritato per questo il titolo di Protomartire. Il primo cioè a testimoniare col sacrificio della propria vita la fedeltà a Gesù e al suo messaggio di salvezza.
Anche il suo nome, che in greco significa «corona», richiama immediatamente il martirio dato che nei secoli successivi la corona diventerà il simbolo tipico e onorifico dei martiri della fede cristiana.
Giovane e zelante diacono
Stefano, uno dei membri della prima comunità di Gerusalemme, era incaricato assieme ad altri sei compagni «diaconi», di amministrare i beni messi in comune dai fedeli e che venivano ripartiti a ognuno per sostentare sé e la propria famiglia.
Sul giovane diacono Stefano le notizie più sicure provengono dagli Atti degli apostoli, scritti dall’evangelista Luca. Stefano entra in scena nella comunità cristiana in un momento tribolato, coi cristiani di origine ellenica insoddisfatti per come venivano trattate le loro vedove, convinti com’erano che fossero un po’ trascurate nel ministero della carità. E di questo si lamentavano.
«Allora i dodici — raccontano gli Atti degli Apostoli — convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: “Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense. Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona reputazione, pieni di spirito e di saggezza, ai quali affideremo quest’’incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera
e al ministero della parola”».
Una proposta che fu accolta favorevolmente e portò all’elezione di Stefano («uomo pieno di fede e di Spirito Santo»), Filippo, Procoro, Nicanore, Timone, Parmenas e Nicola. A tutti gli apostoli imposero le mani per consacrarli al nuovo servizio.
Accusato ingiustamente
Stefano fu uno dei più zelanti a svolgere la sua missione, unendo il ministero della carità a quello della parola e convertendo molti sul suo cammino La cosa irritò i giudei, che un giorno «gli piombarono addosso, lo catturarono e lo trascinarono davanti al sinedrio», narrano sempre gli Atti. Raccolsero dunque dei falsi testimoni che dissero: «Costui non cessa di proferire parola contro questo luogo sacro e contro la Legge. Lo abbiamo udito dichiarare che Gesù il Nazzareno distruggerà questo luogo e sovvertirà i costumi tramandatici da Mosè».
Stefano rispose ai suoi accusatori con un lungo e fervente discorso per dimostrare che «l’Altissimo non abita in costruzioni fatte da mano di uomo». Un discorso che finì con quest’affermazione: «Gente testarda e pagana nel cuore e nelle orecchie: come i vostri padri, così anche voi. Quali dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete diventati traditori
ed uccisori».
L’uccisione del primo martire cristiano
Le sue ultime parole vennero travolte da un coro di imprecazioni. Ma lui passò sopra con la sua voce a quelle urla col grido: «Ecco io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’Uomo che sta alla destra di Dio». Una coraggiosa professione di fede che decreterà la sua condanna a morte. «Sia lapidato!» dissero infatti i capi del sinedrio. Così Stefano fu trascinato nella valle del Cedron, fuori dalle mura di Gerusalemme, per essere lapidato.
Mentre i suoi persecutori lo martellavano senza pietà con le pietre, Stefano pregava in ginocchio e ad alta voce: «Signore Gesù, ricevi il mio spirito», «Signore, non imputar loro questo peccato».
Preghiera a Santo Stefano
O martire glorioso S. Stefano, per quell’ammirabile intrepidezza con la quale sosteneste il martirio, e per quella fede e ardore che vi incoraggiarono a implorare misericordia e perdono per i vostri lapidatori, ottenete a noi pure, o S. Stefano, di sostener sempre con santa rassegnazione, le contrarietà della vita e come voi essere pronti a difendere anche col sangue tutte le verità della Fede onde poter giungere un giorno alla Patria Celeste Così sia.