San Filippo Neri: uno dei Santi più amati e invocati dai fedeli per il suo cuore enorme, e non solo metaforicamente.
Quello che diventerà l’«Apostolo di Roma» acquisendo la fama di «più romano dei Santi» era in realtà toscano. Per la precisione, Filippo Neri nasce a Firenze nel 1515.
Figlio di un notaio, ben presto rimane orfano della madre. Malgrado la prematura perdita della mamma Filippo trascorre un’infanzia serena, grazie anche al suo temperamento mite e allegro. Studia musica, poesia e ama le bellezze della campagna. A diciotto anni uno zio mercante lo manda a Cassino a imparare il mestiere.
Una volta lì, Filippo non ha occhi che per la gloriosa abbazia. Ma non è tagliato per fare il monaco. Dopo aver bazzicato per alcuni mesi i benedettini si trasferisce a Roma per seguire i corsi di studio della Sapienza. Ma neanche nello studio trova quanto va cercando, tanto è vero che a 24 anni fa un fascio di tutti i libri (tiene con sé soltanto la Bibbia e la Somma teologica di San Tommaso d’Aquino) e li vende al mercato, dopodiché distribuisce ai poveri il ricavato della vendita.
Poi si trasforma in predicatore ambulante e si mette a frequentare con assiduità i quartieri più miseri, gli ospedali più scalcinati, le carceri più buie. E ovunque porta il calore della carità cristiana, unita alla giovialità della sua arguta ilarità toscana.
L’episodio del globo di fuoco
Di notte Filippo se ne va per pellegrinaggi notturni e ridà vita all’antica visita presso le sette basiliche più importanti di Roma, una devozione popolare nata nel Medioevo. È durante una di queste visite che viene introdotto ai vertici dell’esperienza mistica.
È la Pentecoste del 1544: come spesso faceva, Filippo è in preghiera presso le Catacombe di San Sebastiano, le più antiche di Roma che ospitarono anche le spoglie dei Santi Pietro e Paolo. Sulle tombe dei martiri chiede il dono dello Spirito Santo, quando improvvisamente lo Spirito irrompe in lui sotto forma di globo di fuoco. E lo fa con una forza tale da dilatargli il cuore.
Alla morte del Santo i medici, esaminando la sua salma, scopriranno che il muscolo cardiaco era più voluminoso del normale e due costole gli si erano staccate dalle cartilagini per far spazio a quel cuore pieno d’amore per Dio e per i fratelli in umanità.
Il sacerdozio e la nascita dell’Oratorio, tra estasi e doni mistici
Nel 1551, a 36 anni, Filippo diventa sacerdote. Subito dopo organizza il suo primo oratorio, embrione dell’istituzione che nel 1575 riceverà la definitiva approvazione col titolo di «Congregazione dell’oratorio».
Educatore di giovani, catalizzatore e allevatore di talenti in quella fucina di ingegni e santi che si rivelerà l’Oratorio, Filippo sarà il consigliere di umili e uomini illustri, tra i quali papa Clemente VIII e San Carlo Borromeo. Quando Dio inondava il suo grande cuore di felicità e gratitudine, San Filippo diceva: «Ritìrati, Signore, ritìrati. Trattieni l’onda della tua grazia». Al tempo stesso, con grande umiltà, pregava Dio di tenergli una mano sulla testa «altrimenti Filippo, senza il tuo aiuto, ne fa qualcuna delle sue».
A volte durante la Messa viene rapito in estasi. Ma Filippo starà bene attento a non trasformare quei doni mistici (che comprendevano anche profezie, miracoli, visioni) in spettacoli vanagloriosi. La stessa umiltà lo porterà più volte a rifiutare la carriera ecclesiastica e il cardinalato.
San Filippo Neri muore il 26 maggio 1595, a ottant’anni. La canonizzazione arriva nel 1622, al culmine di un processo ricchissimo di testimonianze, per mano di papa Gregorio XV.
Preghiera a San Filippo Neri
Signore, che sublimasti alla gloria dei tuoi Santi il tuo beato confessore Filippo, concedici, propizio, che mentre ci rallegriamo per la sua festa approfittiamo dell’esempio delle sue virtù.