Beato Giacomo Alberione, fondatore della Famiglia Paolina, ha insegnato alla Chiesa come evangelizzare con mezzi moderni.
Ai figli e alle figlie della sua famiglia religiosa amava spesso ricordare: «Siete nati dall’Ostia, dal Tabernacolo!».
Giacomo Alberione nasce nel 1884 a San Lorenzo di Fossano, in provincia di Cuneo. Viene al mondo in una famiglia numerosa di umili e laboriosi contadini, fortificati da una fede profonda. Una fede che papà Michele e mamma Teresa Allocco trasmettono ai figli assieme a un forte senso del lavoro e a una incrollabile fiducia nella Provvidenza di Dio.
Già in tenera età il piccolo Giacomo ha ben chiaro in testa quali piani abbia in serbo Dio per lui. In prima elementare, quando la maestra gli chiede cosa vuol fare da grande, risponde senza esitazione: «Mi farò prete».
Ha 16 anni quando entra in seminario a Alba. Una luce particolare gli viene dall’Ostia consacrata il 31 dicembre 1900, durante la veglia di adorazione solenne in duomo, mentre prega in ginocchio. Ciò che ha sperimentato gli dà l’impulso per fare qualcosa a beneficio degli uomini e delle donne del nuovo secolo.
Il motore di don Alberione: il Tabernacolo
Nel frattempo arriva la tanto agognata ordinazione sacerdotale: è il 29 giugno 1907. Col sacerdozio gli arriva nuova luce per la missione a cui si sente chiamato. Per obbedire a Dio e alla Chiesa fonda il 20 agosto 1914 ad Alba la Pia Società San Paolo, primo dei dieci rami della Famiglia Paolina.
Spesso ai figli e alle figlie della sua famiglia religiosa il beato Alberione ricordava da dove fossero nati: «Siete nati dall’Ostia, dal Tabernacolo!». La creazione della Famiglia Paolina era avvenuta in maniera semplice, senza fanfare. Don Alberione si sentiva un povero strumento di quel Dio che amava «iniziare sempre da un presepio», cioè nel silenzio e nel nascondimento.
Un apostolo capace di scrutare i “segni dei tempi”
Dopo aver lavorato tutta la vita per diffondere la «buona stampa», don Alberione lascia questo mondo il 26 novembre 1971 per la casa del Padre. I suoi ultimi momenti trovano il conforto della visita e della benedizione di Paolo VI, il papa che accogliendolo nel 1969 in udienza con altri della Famiglia Paolina aveva detto: «Eccolo: umile, silenzioso, instancabile, sempre vigile, sempre raccolto nei suoi pensieri, che corrono dalla preghiera all’opera, sempre intento a scrutare i “segni dei tempi”, cioè le più geniali forme di arrivare alle anime, il nostro Don Alberione ha dato alla Chiesa nuovi strumenti per esprimersi, nuovi mezzi per dare vigore e ampiezza al suo apostolato, nuova capacità e nuova coscienza della validità e della possibilità della sua missione nel mondo moderno e con i mezzi moderni. Lasci, caro Don Alberione, che il Papa goda di codesta lunga, fedele e indefessa fatica e dei frutti da essa prodotti a gloria di Dio ed a bene della Chiesa».
Il 27 aprile 2003 Giovanni Paolo II – che già lo aveva dichiarato Venerabile nel 1996 – lo beatifica solennemente a Roma.
Preghiera al beato Giacomo Alberione
O Dio, che hai suscitato nella Chiesa
il beato sacerdote Giacomo Alberione,
per annunciare al mondo il tuo Figlio, via, verità e vita,
con le molteplici forme di comunicazione,
fa’ che imitando il suo esempio
dedichiamo le nostre forze
per portare il Vangelo a tutte le genti.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli. Amen.