Una vita, quella di Santa Monica, segnata dalle lacrime e dall’amore per il figlio Agostino, sviato dall’inquietudine e dal libertinaggio.
Soltanto poco tempo prima della morte riuscirà a vederlo convertito e saldo nella fede in Gesù, per incamminarsi con decisione lungo il cammino che porta alla santità.
Santa Monica è universalmente nota per essere la madre di Sant’Agostino, celebrata nel giorno che precede la memoria del suo illustre figlio. Proprio attraverso le pagine di uno dei più grandi dottori della storia cristiana possiamo conoscere meglio la donna che lo ha generato nella carne e che tanto ha pianto e pregato affinché fosse rigenerato nello spirito.
«Ella mi ha generato sia con la sua carne — spiega Agostino nelle sue celebri Confessioni — perché venissi alla luce del tempo, sia con il suo cuore perché venissi alla luce dell’eternità».
Il colloquio “ad alta” quota tra una madre e un figlio accomunati dalla santità
Ancora Agostino, e sempre nelle Confessioni, racconta il colloquio avuto con Monica a Ostia, il giorno antecedente la partenza per l’Africa. «Si parlava tra noi – narra Agostino – con infinita dolcezza, dimenticando le cose passate e protendendoci verso quelle future, e si cercava insieme, in presenza della verità, quale sarebbe stata l’eterna vita dei Santi, vita che né occhio vide né orecchio udì, e che mai penetrò in cuore d’uomo».
Al termine di quel colloquio – tra due Santi di eccezionale levatura, non dimentichiamolo mai – Monica si rivolge al figlio e gli dice così: «Figlio mio, per quanto mi riguarda, non c’è nulla che più mi attragga, in questa vita. Non so nemmeno che cosa faccia quaggiù, e perché ci sia ancora. Una sola cosa mi faceva desiderare di vivere ancora un poco: vederti cristiano cattolico. Dio m’ha concesso più e meglio: vederti disprezzare le glorie terrene e servire Lui solo».
In queste parole è racchiusa tutta la vita, la missione e la grandezza di Monica. Quindici giorni dopo quel colloquio tra madre e figlio a Ostia, Monica muore a cinquantatré anni, stroncata da una veloce malattia che le impedisce di partire per l’Africa.
Un amore di lacrime e preghiere
Nata in Africa da una famiglia cristiana, Monica era stata educata in maniera austera. Andata in moglie al pagano Patrizio, uomo facile all’ira e difficile, Monica riuscirà ad ammansirlo con la sua dolcezza fino a portarlo alla conversione alla fede cristiana. Un anno dopo il battesimo, il marito muore.
Ancora non battezzato, il figlio Agostino manifestava già quell’intelligenza fuori dal comune che lo avrebbe reso celebre. Il problema si collocava piuttosto al livello del cuore di quel giovane così dotato, ma anche inquieto e ribelle, capace di grande slancio nel bene ma anche nel male.
Nel momento in cui il giovane sembra preso dal vortice disordinato delle passioni, la madre lo crede perduto per sempre. Ma ecco intervenire un sogno profetico e premonitore che la conforta esortandola a non fargli mancare affetto e soprattutto preghiera. Monica sente una voce sussurrarle: «Non è possibile che il figlio di queste lacrime si perda».
L’ostinata presenza di Monica accanto al figlio
La donna non si perde d’animo e decide di seguire dappertutto il figlio Agostino. Rona, Milano, Ostia: ovunque Monica gli è accanto, in maniera discreta ma presente. La madre non spreca parole- È silente, tace. Piuttosto prega per la conversione di Agostino. Lascia che a parlare siano l’esempio e la testimonianza.
Infine quel mare di preghiere e lacrime finirà per avere ragione della dura scorza di Agostino. A completare l’opera sarà il decisivo incontro col grande vescovo Ambrogio. Ma anche la lettura della Scrittura e una voce interiore che lo pungola intimamente. E così un giorno Agostino fa il grande passo verso la conversione. Consentendo a Monica di spegnersi con serenità qualche mese dopo a Ostia.