Colma di amore, Santa Zita, che svolgeva il lavoro di domestica, ha vissuto all’insegna della fede e della carità. È famosa per il miracolo del pane avvenuto quando era ancora in vita e davvero prodigioso lo stato del suo corpo a distanza di 300 anni dalla morte.
La storia di Santa Zita è quella di una donna semplice che ha saputo porre la carità al primo posto nella sua vita. Di umili origini, nacque nel 1218 a Monsagrati, in provincia di Lucca, da una famiglia molto povera. Già all’età di 12 anni iniziò a lavorare andando a servizio come domestica presso la nobile famiglia dei Fatinelli, agiati mercanti di seta.
Si dedicava con attenzione al suo lavoro, era onesta e meticolosa, aveva un forte senso del dovere ed un carattere amabile e gioioso. Di grande fede, viveva gli insegnamenti evangelici e dedicava il suo tempo libero alla contemplazione del Signore. Nonostante la sua condizione di indigenza manifestava doti di grande carità verso il prossimo e si prodigava per coloro che erano più bisognosi di lei. Metteva da parte ciò che era suo per aiutate i più poveri.
Il miracolo del pane
Il suo atteggiamento umile e puro suscitava invidia da parte di alcune sue colleghe di lavoro. Spesso veniva derisa e doveva sopportare angherie e rimproveri non meritati. Fu vittima anche della calunnia di un’altra domestica che insinuò nella mente del padrone di casa che lei rubasse per dare ai poveri.
Si racconta che un giorno, il padrone, che sospettava di lei a causa di queste calunnie, la vide con il grembiule pieno mentre si recava da una famiglia bisognosa. Pensò quindi che avesse rubato. Le chiese dunque di mostrare cosa portava nel grembiule. Dentro c’era del pane, ma quando Zita aprì il grembiule caddero a terra molti fiori al posto del cibo. È il “miracolo del pane” , uno dei prodigi più noti che riguardano la Santa.
Santa Zita trascorse tutta la sua vita facendo la domestica e mantenendo sempre un comportamento umile e caritatevole ,mettendo da parte ciò che risparmiava con il suo duro lavoro per aiutare chi era in difficoltà. Si spense il 27 aprile 1278 all’età di 60 anni.
Il culto e il corpo incorrotto
Quando morì era, come si usa dire, in “odore di santità”. I lucchesi, che la conoscevano e che avevano stima di lei, vollero che fosse sepolta presso la basilica di San Frediano. La venerazione a Santa Zita si diffuse e fu forte, tanto che anche Dante Alighieri conosceva la sua figura e la citò nella Divina Commedia. Fece riferimento ad un magistrato di Lucca detto “anzian di santa Zita”: identificava così la città con la questa santa nonostante non fosse stata ancora canonizzata.
Il suo culto fu approvato nel 1696 da papa Innocenzo XII. In seguito papa Pio XII la proclamò quale patrona delle domestiche e lo è anche delle casalinghe e dei fornai, oltre ad essere la patrona di Lucca.
Nel 1580 il suo corpo fu riesumato e trovato intatto, incorrotto. Le sue spoglie mortali furono esposte in una bara d’argento nella chiesa che aveva frequentato durante la sua vita. Anche se il suo corpo è considerato incorrotto perché non suscettibile alla decomposizione naturale, si presenta brunito e avvizzito. Questo molto probabilmente è il risultato di una forma di mummificazione naturale. Soltanto le mani e il viso sono stati lasciati scoperti e possono essere visti.
In tempi molto più recenti, nel 1988, il suo corpo fu esaminato da Gino Fornaciari dell’Università di Pisa. I suoi studi conclusero che era morta per problemi polmonari, probabilmente associati all’inalazione di polvere di carbone e fumo.
Preghiera a Santa Zita
O modello di pazienza e di mansuetudine,
gloriosa mia patrona Santa Zita,
che adempiendo con fedeltà i vostri doveri di stato,
giungeste ad una grande santità,
volgete ve ne prego uno sguardo d’amore
sopra di me vostro devoto.
Impetratemi la grazia di potervi imitare
nella pratica della virtù,
rendetemi pronto nell’obbedire,
amante del lavoro, contento della mia condizione,
costante nei buoni propositi,
mansueto nelle contraddizioni, sottomesso ai miei superiori.
Ispiratemi un amore fervente a Gesù ed a Maria,
il disprezzo delle vanità del mondo,
il coraggio e la prudenza per fuggire i pericoli,
e fate che ricco di meriti
venga un giorno a lodare Iddio con voi in Paradiso.
Amen